(ANSA) - L'AQUILA, 09 DIC - "L'Abruzzo può da oggi vantare
una nuova specie di tartufo, trovata nell'entroterra aquilano,
il ruber soave, per molto tempo confuso con l'uncinato nero, e
il cui nome sta a sottolineare le ottime qualità organolettiche,
per profumo e sapore". L'annuncio, per voce di Giovanni Pacioni,
già docente di Botanica all'Università dell'Aquila, è arrivato
nel corso del convegno "Coltivazione e ricerca scientifica sui
tartufi" nella prima giornata della Fiera internazionale dei
tartufi d'Abruzzo che si è aperta oggi all'Aquila, al parco del
Castello.
Circa 60 le imprese che espongono in oltre 40 stand, un ricco
programma di eventi culturali, convegni scientifici,
masterclass, degustazioni, b2b tra buyers e aziende, chef di
caratura mondiale, e ancora laboratori del gusto con gli
studenti degli istituti agrari e alberghieri abruzzesi e "Mani
in pasta", esperienze sensoriali al "buio" con l'Unione italiana
ciechi.
L'evento è promosso dalla Regione Abruzzo attraverso
l'Azienda regionale attività produttive (Arap), nel suo ruolo di
soggetto attuatore, in collaborazione con il Comune dell'Aquila,
le Camere di commercio Gran Sasso d'Italia e Chieti Pescara,
Arta Abruzzo e le associazioni di settore.
In merito alla scoperta della nuova varietà, individuata nel
territorio aquilano da Scoppito alla Valle subequana, Pacioni ha
aggiunto: "Abbiamo impiegato circa trent'anni per ottenere
questo risultato, perchè dal punto di vista dell'odore, la
varietà da tempo nota e sospettata di essere sconosciuta, per la
sua morfologia, non era distinguibile dai tartufi neri uncinati.
Punto di svolta sono state le nuove tecnologie molecolari, e lo
studio del Dna. Certo, non si può affermare che sia un'esclusiva
abruzzese, data la tipologia di habitat, è presumibile una sua
presenza in altri tratti dell'Appennino, ma è qui che abbiamo
caratterizzato e individuato il Soave, e di questo occorre far
tesoro".
Il commento del vicepresidente della Regione Abruzzo con
delega all'Agricoltura, Emanuele Imprudente: "Questa scoperta
conferma quanto sia importante anche per la valorizzazione del
nostro tartufo, la collaborazione stretta e sinergica con il
mondo della ricerca scientifica. Il Soave, è espressione
dell'entroterra aquilano, la conferma della straordinaria
biodiversità, che si esprime necessariamente anche per numero di
varietà delle nostre tipologie di tartufo. Ora questa ricchezza
dobbiamo valorizzarla e farne oggetto di marketing efficace e
mirato". (ANSA).
Tartufi, scoperto nell'Aquilano 'Soave', nuova varietà di nero
Annuncio prof Pacioni: dopo 30 anni lavoro, ok profumo e sapore