(ANSA) - PESCARA, 09 FEB - "La Nuova Pescara vuole dare vita
ad una complessa piattaforma in primis tecnologica che
interagisce anche con le crescenti potenzialità
dell'intelligenza artificiale, svolgerà funzioni strategiche
innovative nella realtà delle reti materiali e immateriali, sarà
protagonista dei nuovi equilibri geoeconomici e politici del
Medio adriatico italo-balcanico nel contesto dell'Unione Europea
allargata agli Stati della penisola mediterranea più orientale".
E' uno dei passaggi dell'intervento di Nicola Mattoscio,
presidente della Fondazione PescaraAbruzzo audito dalla
Commissione regionale che deve esaminare il nuovo progetto di
legge sulla fusione dei tre comuni nei giorni scorsi.
Mattoscio ha puntualizzato che "ancora non si coltiva
l'opportunità di fare di Nuova Pescara un "progetto pilota" di
respiro almeno sovraregionale, imitabile o replicabile in altre
parti d'Italia e d'Europa. Infatti, al riguardo non si può
trascurare la diffusa necessità della rimodulazione delle
corrispondenze delle governance istituzionali, provocata
dall'emergere di nuove peculiarità in tema di omogeneità
territoriali imposte dai fondamentali sempre più caratterizzanti
l'economia della conoscenza, nonché dalle conseguenti forme più
fluide che danno luogo ad un'innovata definizione delle stesse
comunità locali dei cittadini. Queste evoluzioni quasi mai
risultano compatibili con gli esistenti, atavici e ingessati
confini amministrativi".
Certamente per Mattoscio sono necessari alcuni passaggi
chiarificatori perchè "la Nuova Pescara non è un progetto volto
a realizzare economie nelle spese totali dei tre comuni
originari. È anche questo, ma sarebbe poca cosa rispetto agli
sforzi necessari", così come non è "una realtà più grande per
contare di più. Lo è pure, ma non si affida alla forza brutale
dei numeri per produrre benefici per i cittadini, oppure una
semplificazione della governance dei territori coinvolti. È
anche questo, ma ciò non genererebbe di per sé un processo
virtuoso di innovazione, crescita e sviluppo socioeconomico e,
dunque, un maggior livello di benessere".
Nel consigliare la strada più breve possibile Mattoscio poi ha
spiegato che " nessuno degli aspetti fin qui discussi discende
la necessità tecnica o politica di anteporre l'aggregazione di
funzioni in generale o in ambiti particolari prima della formale
nascita della nuova città, a dimostrazione della virtuosità del
suo processo di realizzazione. Come pure appare poco ragionevole
l'idea della subordinazione o dell'avanzamento simmetrico nel
tempo degli accorpamenti dei servizi e della formale nascita
della nuova città. Se è nel successo del "processo" la
virtuosità, perché non assecondarlo facendo nascere
preliminarmente e il prima possibile Nuova Pescara?"
Quindi "Consentendolo senza accumulare altro ritardo, si
beneficerebbe da subito della piena legittimazione di un nuovo
soggetto istituzionale ad operare con coerenza come protagonista
negli scenari accennati, rinviando sic et simpliciter alla
definizione di specifiche norme transitorie del suo Statuto la
disciplina dei tempi e dei modi fisiologici con cui realizzare
le unificazioni ed integrazioni ottimali di ogni funzione, come
richiesto dal processo di fusione. In tal modo, si avrebbero
numerose opportunità che anticiperebbero o accompagnerebbero con
notevoli vantaggi i vari step che inevitabilmente scandiranno
nel tempo lo stesso processo di fusione". (ANSA).