(ANSA) - PESCARA, 02 SET - Il camoscio appenninico, animale
unico e particolarmente legato alla storia del territorio del
Parco Nazionale della Maiella, oggi veste i panni di un
investigatore d'eccezione e inconsapevole che indaga il livello
di salute del territorio del Parco. Vive in ambienti particolari
e in alcuni casi condivide spazi con animali domestici al
pascolo.
Infatti, camosci che vivono in aree ben più isolate non
presentano gli stessi profili di resistenza. Questi risultati
accendono i riflettori sulla responsabilità dell'uomo
nell'utilizzo corretto degli antibiotici e invitano ad una
rinnovata consapevolezza su quanto le nostre azioni possano
avere conseguenze sull'ambiente e sulla comunità.
Tutte le considerazioni del caso sono state presentate alla 69°
conferenza internazionale della Wildlife Disease Association che
è in corso in questi giorni a Cuenca (Spagna), ma in forma di
Virtual Conference a causa delle problematiche COVID-19. Alla
conferenza sono intervenute le Università, i Parchi, gli
Istituti di Sanità e Monitoraggio della fauna che da tutti i
continenti studiano e lavorano quotidianamente per monitorare la
salute della fauna selvatica e dell'uomo in virtù dell'ormai
consolidato approccio "One Health" concetto per il quale si
riconosce che la salute degli esseri umani è legata alla salute
degli animali e dell'ambiente. (ANSA).
Camoscio Maiella a Congresso mondiale salute fauna selvatica
Contributo ricercatori del Parco e dell'Università di Teramo