(ANSA) - LAMA DEI PELIGNI, 18 SET - Un progetto che compie
due anni e un altro che comincia, entrambi tesi alla
valorizzazione dei territori la Maiella e della loro
biodiversità: sono quelli che il Parco Nazionale della Maiella e
Bio Cantina Orsogna hanno festeggiato di recente a Lama dei
Peligni (Chieti), il primo è "Vola Volè Maiella National Park",
il secondo, in dialetto abruzzese, "Pè nìn perde la sumente".
Quest'ultimo è legato alla Vigna madre di Lami di Fernando
Pietro Di Florio Di Renzo, luogo del recupero e della
salvaguardia del patrimonio genetico di viti autoctone presenti
sulla Maiella Orientale.
Le varietà autoctone, provenienti dalle selezioni massali
fatte dall'uomo e dall'ambiente di coltivazione, conservano
l'identità del territorio e riducono l'inquinamento attraverso
un minor uso di chimica e acqua, in controtendenza con la
viticoltura mondiale che fa uso quasi esclusivo di varietà
clonali e i cui vigneti sono figli di una sola vite, con
azzeramento della biodiversità e di tutti i suoi vantaggi
ambientali.
A ringraziare e rendere omaggio al lavoro di Pietro c'erano,
tra gli altri, il sindaco di Lama dei Peligni e vicepresidente
del Parco della Maiella, Tiziana di Renzo, il direttore del
Parco della Maiella e del Centro di Conservazione della
Biodiversità Vegetale Luciano Di Martino, il rettore
dell'Università di Teramo Dino Mastrocola, il presidente della
Bio Cantina Orsogna Giuseppe Micozzi, il direttore ed enologo
Camillo Zulli, il presidente di Legambiente Abruzzo Giuseppe Di
Marco, Carlo Ricci del Gal Maiella Verde, il naturalista e
botanico Aurelio Manzi e ancora Marco Di Santo, responsabile
dell'Ufficio Agronomico, e Valter Di Cecco, tecnico della Banca
del Germoplasma, la squadra di ricercatori, operatori, storici e
tecnici di Bio Cantina Orsogna, i sindaci Giovanni Paolo Rosato
di Taranta Peligna, Angelo Piccoli di Montenerodomo, Rosalina di
Giorgio di Pennapiedimonte e Mario Zulli di Gessopalena, il
professor Tino Bellisario, custode cantastorie di racconti
orali, e il presidente dell'Associazione di Tutela del Peperone
Dolce di Altino Mario Nicola D'Alonzo.
Il progetto dei vini 'Vola Volé Maiella National Park' di Bio
Cantina Orsogna e del Parco Nazionale della Maiella - in
collaborazione con i microbiologi dell'Università di Teramo e
della Dalton di Spoltore - dal 2019 ricerca e seleziona i
lieviti ancestrali e selvaggi nelle zone montane della Maiella
non ancora contaminate da fitofarmaci e coltivazioni intensive.
Per millenni le fermentazioni si sono svolte in maniera
spontanea, innescate dai lieviti naturalmente presenti
nell'agroecosistema vigneto. Oggi le fermentazioni sono
ipercontrollate (lieviti selezionati, nutrizione, pulizia dei
mosti, controllo dell'ossigeno e della temperatura) con il
risultato di un'omologazione del gusto e dei sapori che spezzano
il legame unico e affascinante tra il vino e il territorio,
annata e vitigno. Sui "Frutti Mbriachelli" della Maiella, molto
ricchi di zuccheri e di lieviti spontanei ancestrali,
annualmente vengono selezionati i lieviti per le fermentazioni.
Allo scopo di conservare la biodiversità microbica della Maiella
i lieviti dei vini Vola Volè Maiella National Park, liberi da
registrazioni commerciali, sono a disposizione di tutti presso
la ceppoteca della "Banca di Conservazione del Germoplasma del
Parco Nazionale della Maiella" che si trova a Lama dei Peligni.
È sempre più forte l'idea che l'unicità del vino dipenda
anche e soprattutto dalla comunità microbica che caratterizza le
uve e l'ecosistema del suo territorio. Il "terroir microbico"
influenza le caratteristiche del vino e gli conferisce tratti
unici legati alla zona d'origine. Dopo due anni di ricerca e
caratterizzazione sono stati individuati, testati e selezionati
i lieviti selvaggi presenti naturalmente sulle uve pedemontane
allo scopo di riportare nel vino il terroir microbico della
Maiella Orientale. Dalla vendemmia 2023 i vini 'Vola Volé
Maiella National Park' saranno fermentati integrando l'attività
dei lieviti Saccharomyces selezionati sui frutti "mbriachelli"
con i lieviti apiculati del terroir microbico delle vigne della
Maiella Orientale. Gli apiculati (lieviti deboli, poco alcool
tolleranti) sono considerati organoletticamente non conformi
agli standard attuali dei vini e pertanto eliminati nelle
vinificazioni attraverso i solfiti e sopraffatti, in
fermentazione, dai lieviti industriali molto più vigorosi.
Escludendo questi lieviti dalla vinificazione si perdono però
profili organolettici unici e complessi che legano il vino al
suo territorio, all'annata e al vitigno. Lo scorso 9 settembre,
sotto la Vigna Madre di Lami, sono stati degustati i vini
prodotti da sei lieviti apiculati della Maiella Orientale.
Grande è stato lo stupore, tra gli ospiti, per la complessità e
l'unicità di questi vini a confronto con gli stessi fermentati
con lieviti convenzionali. (ANSA).
Parco della Maiella, alla riscoperta della biodiversità viticola
Con Bio Cantina Orsogna varietà autoctone e lieviti ancestrali