(ANSA) - L'AQUILA, 24 LUG - In occasione della riapertura
all'Aquila del Santuario di Roio si celebra non solo la
bellezza, la spiritualità e la storia, ma anche il ruolo della
ricerca scientifica. La storia del Santuario negli ultimi
quarant'anni si incrocia con quella del Laboratorio LasE.
Il Laboratorio ha applicato tecniche diagnostiche innovative
sulle opere d'arte custodite nel Santuario, in particolare gli
affreschi di Giacomo Farelli (1629 - 1706) uno dei maggiori
esponenti della pittura napoletana dell'Italia barocca. Prima e
dopo il terremoto, il Laboratorio ha effettuato un monitoraggio
continuo, sia degli affreschi sia della statua lignea. Tutte le
informazioni acquisite sono confluite nell'archivio del
Laboratorio Las.E.R., che si è rivelato molto importante nelle
successive fasi di restauro.
Sono stati installati, per la prima volta in Abruzzo,
avanzati sistemi di climatizzazione, sia per garantire il
benessere delle persone sia la conservazione ottimale delle
opere d'arte. Altri progetti di controllo delle condizioni
microclimatiche sono in itinere. Questa riapertura riconosce il
contributo della scienza nella conservazione del patrimonio
culturale. (ANSA).
Riapre Santuario Roio, restauro con laboratorio LasER UnivAQ
'Living lab', scienza aiuta conservazione patrimonio culturale