Abruzzo

L'Aquila e le città nuove nel 1300 nel volume di Casalboni

Assegnista di ricerca Univaq analizza le fondazioni angioine

Redazione Ansa

(ANSA) - L'AQUILA, 16 DIC - Un'analisi centrata sugli equilibri politici e militari che portarono alla fondazione dell'Aquila e al suo sviluppo nei primi anni del 1300 è sviluppata nel libro 'Fondazioni angioine - I nuovi centri urbani nella Montanea Aprutii tra XIII e XIV secolo' (Edizioni Il Papavero).
    Il volume, a cura di Andrea Casalboni, assegnista di ricerca in Storia Medievale all'Università dell'Aquila, evidenzia il ruolo della dinastia angioina regnante nei processi fondativi e l'apporto fondamentale dato a queste iniziative dalle popolazioni locali, evidenziando come solo la coesistenza di questi due fattori abbia consentito alle città nuove di nascere e prosperare.
    Un lavoro che inquadra la trasformazione della regione abruzzese sotto il dominio angioino, evidenziando il passaggio da un sistema di insediamenti dispersi, dominati da consorterie nobiliari e castelli, a una rete di centri urbani strutturati.
    L'Aquila emerge come caso paradigmatico, con il suo ruolo crescente sia politico che economico, ma anche come elemento di tensione con le altre fondazioni.
    L'autore utilizza un ampio spettro di fonti, tra cui registri angioini, cronache locali e documentazione archeologica, evidenziando le difficoltà legate alla frammentazione delle fonti archivistiche. Questo approccio multidisciplinare permette a Casalboni di costruire un quadro complesso e sfaccettato. Il volume illustra come i sovrani angioini abbiano adottato il modello delle fondazioni urbane per consolidare il controllo su un'area di confine strategica.
    Particolarmente interessante è l'analisi degli aspetti urbanistici, con un impianto rigorosamente ortogonale e una divisione interna basata sulle comunità fondatrici, e delle dinamiche sociali, in cui si osserva la partecipazione della nobiltà locale nella gestione delle nuove città. Casalboni non si limita a studiare le fondazioni nella loro fase iniziale, ma analizza le ripercussioni socioeconomiche e politiche di questi processi nel corso del XIV secolo, includendo l'impatto della peste del 1348 e delle crisi demografiche successive. (ANSA).
   

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