“L'industria dell'edilizia e delle costruzioni è lontana dal raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda 2030”. Questo è il messaggio che si evince dal “Rapporto sullo stato globale del 2019 per edifici e costruzioni”, prodotto dalla Global alliance for buildings and construction (GlobalAbc), parte del Programma ambientale delle Nazioni Unite (Unep), e pubblicato il mese scorso.
I dati che emergono dal documento sono allarmanti. Il settore edilizio sarebbe infatti responsabile del 36% del consumo finale di energia e del 39% delle emissioni totali di biossido di carbonio a livello mondiale, l'11% delle quali derivante dalla produzione di materiali da costruzione come acciaio, cemento e vetro. “Sono necessari notevoli miglioramenti” avverte il Rapporto, “specialmente nelle fasi di progettazione e costruzione”.
Ma numerosi sprechi si verificano anche quando gli edifici, una volta costruiti, vengono abitati. “Il consumo di energia è aumentato del 7% dal 2010 e dell'1% dal 2017, trainato dall'incremento della popolazione”. Il persistente sottoinvestimento nelle misure di efficienza energetica potrebbe condurre la domanda di energia nel settore ad aumentare del 50% entro il 2060.
Secondo la GlobalAbc, la principale fonte di dispersione energetica è originata dagli impianti di aria condizionata e da quelli per il raffreddamento degli ambienti (ovvero spazi più ampi di singole strutture). “I condizionatori d'aria usano perlopiù energia generata da combustibili fossili e sostanze chimiche come i clorofluorocarburi e gli idroclorofluorocarburi, che possono rilasciare emissioni di gas serra”. L'uso delle unità di condizionamento dell'aria è triplicato dal 2010, incrementando del 3% dal 2017, principalmente a causa della maggiore domanda di raffreddamento nelle regioni calde (sempre più calde) della Terra.
Gli impianti di aria condizionata, come la quasi totalità delle comodità che abbiamo negli edifici, dipendono dal consumo di elettricità. Nel settore, l’utilizzo dell’energia elettrica è aumentato di oltre il 19% dal 2010, ed è stato garantito principalmente da impianti a carbone e gas naturale. “Ciò indica quanto sia cruciale rendere accessibili fonti di energia pulite e rinnovabili, utilizzando progetti a basso consumo”. Dal 2017 al 2018, l'intensità energetica, ovvero il rapporto tra il consumo lordo di energia e il Pil della nazione, è migliorata per il riscaldamento (-2%) e l'illuminazione (-1,4%), aumentando invece per il raffreddamento degli ambienti (+ 2,7%) e rimanendo stabile per il riscaldamento dell'acqua, la cottura e gli elettrodomestici. Con un incremento dell'8% nel 2018, il raffreddamento degli ambienti si è attestato come l’uso di energia in più rapida crescita nel settore (dal 2010), sebbene prima rappresentasse solo una piccola parte della domanda totale (6%).
“Il Rapporto mostra che il ritmo di miglioramento dell'efficienza energetica è rallentato all'1,2% dal 2017 al 2018, mentre per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda abbiamo bisogno di un tasso di sviluppo del 3%” commenta Fatih Birol, diretto esecutivo dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea). Birol raccomanda inoltre l'istituzione di una Commissione globale di alto livello per un'azione urgente sull'efficienza energetica, in modo da accelerare i progressi attraverso un’azione politica più coesa.
Contrariamente alla relazione del 2019, però, la valutazione del 2018 rilevava che i governi, le società e le organizzazioni avevano compiuto progressi nella lotta alle emissioni nel settore edilizio, ma “gli sprechi stanno nuovamente aumentando” avverte con questo lavoro il GlobalAbc.
Tra le tendenze positive, il Rapporto rileva un aumento del 20% (dal 2010) nell'uso delle energie rinnovabili per alimentare gli edifici, oltre a un maggiore utilizzo di sistemi di illuminazione efficienti a led. Altri segnali positivi includono il calo dell'uso dell'energia per il riscaldamento, il miglioramento degli infissi e dei sistemi di isolamento, così come gli incentivi per edifici a basse o zero emissioni di carbonio (Net). In particolare, Canada e Giappone stanno sviluppando nuove politiche per la costruzione di edifici a emissioni zero entro il 2030.
Il Global Abc raccomanda ai Paesi di includere nei loro contributi determinati a livello nazionale (Ndcs), che costituiscono la road map dei singoli Stati per il 2030, anche le azioni per combattere gli sprechi nel settore edilizio. “Il 2020 sarà, da questo punto di vista, un anno chiave”.
di Flavio Natale
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