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Dialogo sociale per garantire resilienza economica ed eque transizioni

Redazione Ansa

Guarda la rassegna dal 23 al 29 gennaio

 

Il 25 gennaio, la Commissione europea ha adottato la Comunicazione rafforzare il dialogo sociale nell'Unione europea: sfruttarne appieno il potenziale per gestire transizioni eque e una collegata proposta di raccomandazione agli Stati membri.

L’iniziativa s’inserisce nel quadro degli obiettivi indicati dal piano d’azione del pilastro europeo dei diritti sociali assunta dalle istituzioni Ue con la dichiarazione di Porto del 7 maggio 2021, attuando specificamente il punto 8 del pilastro in cui "è incoraggiato il sostegno per potenziare la capacità delle parti sociali di promuovere il dialogo sociale" e gli artt.12 e 28 della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue relativi al diritto di associazione e il sostegno al diritto di contrattazione e azione collettiva, diverse convenzioni internazionali dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil). Richiama la relazione finale della Conferenza sul futuro dell'Europa, che nella proposta 13 sui mercati del lavoro inclusivi, sottolinea "dobbiamo promuovere il dialogo sociale e la contrattazione collettiva" e le stesse conclusioni del Consiglio dell’Ue del 24 ottobre 2019 su "Il futuro del lavoro: l'Unione promuove la dichiarazione del centenario dell'Oil".

La Commissione evidenzia come la crisi finanziaria del 2008 e la pandemia Covid-19 hanno ampiamente dimostrato che i Paesi con quadri solidi per il dialogo sociale e un'elevata copertura della contrattazione collettiva favoriscono "economie più competitive e resilienti. Inoltre il coinvolgimento delle parti sociali migliora la definizione delle politiche e delle leggi".

La Commissione mette in chiara evidenzia come "il dialogo sociale svolge anche un ruolo importante nel plasmare il futuro del lavoro, tenendo conto delle particolari tendenze della globalizzazione, della tecnologia, della demografia e del cambiamento climatico".

Di fatto, le attuali sfide "ambiente - digitalizzazione - tendenze demografiche" stanno cambiando rapidamente il mondo, compreso quello del lavoro. Pertanto il dialogo sociale è ritenuto fondamentale per trovare modi equilibrati di affrontare i cambiamenti nel mondo del lavoro.

Come la Commissione mette inoltre in evidenza, un modo di vivere e lavorare più individualizzato e l'emergere di nuove forme di occupazione rendono difficile per i sindacati reclutare nuovi iscritti. Dunque la maggior parte delle nuove forme di lavoro, compreso il crescente numero di lavoratori autonomi, soffre di una mancanza di rappresentanza. La stessa flessibilità in termini di orario e luogo di lavoro rende difficile per i rappresentanti dei lavoratori organizzare questa forza lavoro piuttosto frammentata.

La Commissione ha già evidenziato nelle raccomandazioni del semestre europeo agli Stati membri l’importanza di rafforzare il coinvolgimento delle parti sociali nazionali nella definizione delle politiche, "nel coordinamento e nell'attuazione delle politiche economiche e occupazionali a livello europeo e nazionale, anche in tutte le fasi pertinenti del semestre europeo, molte delle quali sono rilevanti anche per l'attuazione dello strumento di ripresa e resilienza".

Inquadrando meglio i contenuti, la Commissione evidenzia come "la contrattazione collettiva riguarda le questioni relative alle condizioni di lavoro e ai termini di impiego, come i salari, l'orario di lavoro, la gratifica annuale, le ferie annuali, il congedo parentale, la formazione e la sicurezza e salute sul lavoro. È quindi particolarmente importante per prevenire i conflitti di lavoro, migliorare i salari e le condizioni di lavoro e ridurre le disuguaglianze salariali. La contrattazione collettiva è uno strumento cruciale per aiutare i lavoratori e le imprese ad adattarsi al mondo del lavoro in continua evoluzione e a dare forma alla progettazione e alla definizione di nuovi elementi di tutela del lavoro, come il" diritto alla disconnessione "dal lavoro, o al miglioramento di quelli esistenti, come la protezione contro la violenza e le molestie sul lavoro, la formazione dei lavoratori anziani, il miglioramento dell'equilibrio tra vita privata e vita professionale e la gestione delle sfide della salute mentale".

L’iniziativa inquadra e si collega con altre raccomandazioni, strategie e proposte legislative in corso di discussione e già adottate quali la decisione del Consiglio relativa agli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione (cfr.Orientamento 7), la proposta di direttiva per un salario minimino dignitoso, le iniziative per migliorare le condizioni di lavoro delle persone impiegate attraverso le piattaforme digitali, la raccomandazione sull'assistenza a lungo termine di alta qualità a prezzi accessibili, gli orientamenti sull'applicazione del diritto della concorrenza dell'Ue ai contratti collettivi relativi alle condizioni di lavoro dei lavoratori autonomi individuali, la Comunicazione "Migliori condizioni di lavoro per un'Europa sociale più forte: sfruttare appieno i vantaggi della digitalizzazione per il futuro del lavoro", la  raccomandazione del Consiglio per una transizione verde equa e inclusiva. Come anche la recentissima comunicazione “valorizzare i talenti nelle regioni d’Europa" che riconosce la necessità di rafforzare il coinvolgimento delle parti sociali nelle regioni che si trovano ad affrontare la "trappola dello sviluppo dei talenti", in quanto particolarmente utile per creare migliori condizioni di lavoro, salari adeguati e per affrontare le carenze di competenze e di manodopera.

Come misura d’indirizzo e finanziamento, il regolamento (Ue) 2021/1057, che istituisce il Fondo sociale europeo Plus (Fse+), mantiene l'obbligo per gli Stati membri di garantire un'adeguata partecipazione delle parti sociali all'attuazione delle politiche.

La proposta di raccomandazioni predisposte dalla Commissione, da indirizzare agli Stati membri da parte del Consiglio Ue, mira a garantire un ambiente favorevole al dialogo sociale bipartito (tra datori di lavoro e lavoratori) e tripartito (datori di lavoro, lavoratori e istituzioni pubbliche), affinché "le parti sociali siano coinvolte in modo sistematico, significativo e tempestivo nella progettazione e nell'attuazione delle politiche occupazionali e sociali e, se del caso, delle politiche economiche e di altre politiche pubbliche, anche nel contesto del semestre europeo".

La raccomandazione tratta specificamente i seguenti punti:

  1. rispetto dei diritti fondamentali della libertà di associazione e di contrattazione collettiva;
  2. promozione di sindacati e organizzazioni dei datori di lavoro forti e indipendenti;
  3. inclusione di misure per rafforzarne la capacità;
  4. garantire l'accesso alle informazioni pertinenti necessarie per partecipare al dialogo sociale;
  5. promuovere l'impegno nel dialogo sociale da ciascuna delle parti;
  6. adattarsi all'era digitale, promuovere la contrattazione collettiva nel nuovo mondo del lavoro e una transizione equa e giusta verso la neutralità climatica;
  7. garantire un adeguato sostegno istituzionale.

La Commissione s’impegna a elaborare degli indicatori per monitorare i progressi degli Stati membri rispetto ai contenuti della raccomandazione. Le relative valutazioni integreranno le raccomandazioni nel quadro del coordinamento macro-economico del semestre europeo.

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di Luigi Di Marco

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