È stata pubblicata la Relazione sugli indicatori di Bes, redatta dal ministero dell’Economia e della finanza (Mef), che annualmente fornisce una panoramica sullo stato di benessere in Italia sulla base di 12 indicatori. L’Istat fornisce le indicazioni di base, che il Mef completa con stime per l’anno appena chiuso e previsioni per il triennio successivo, sulla base delle scelte di politica economica espresse nella Legge di bilancio. Quest’anno il Mef è stato in grado di fornire la previsione triennale per nove indicatori, uno in più rispetto agli otto dello scorso anno.
Il nodo delle disuguaglianze. Per il triennio 2023-2025 è prevista una crescita robusta, con variazioni annue più contenute, per il reddito disponibile lordo corretto, che tiene conto sia delle risorse monetarie a disposizione delle famiglie che dei benefici in natura forniti dalle Amministrazioni pubbliche e dalle istituzioni sociali senza fini di lucro. Si stima inoltre che l’indice di povertà assoluta individuale rimanga invariato rispetto al 2022.
Per il 2023 è previsto un aumento della disuguaglianza del reddito netto, misurata dal rapporto fra il reddito totale del 20% più ricco della popolazione con quello del 20% della popolazione più povera. L’estensione del regime dei contribuenti forfettari per professionisti e autonomi per ricavi fino a 85mila euro, l’introduzione della "flat tax" incrementale e la sostituzione del Reddito di cittadinanza sono tra le misure adottate dal Governo. Queste politiche “producono un incremento elevato del reddito del primo quinto (+7,7 per cento), a fronte di un moderato aumento del reddito dell’ultimo quinto della popolazione (+1,6)” si legge nella Relazione.
L’indicatore dovrebbe stabilizzarsi nel 2024, ipotizzando però “un impiego di risorse pari a quelle assorbite nel precedente anno dal Reddito di cittadinanza che sarebbero destinate a una platea assimilabile a quella degli attuali fruitori”. È qui che sta il “trucco analitico” criticato da Stefano Feltri in un editoriale su Domani, “cioè che si abolisca il reddito di cittadinanza per sostituirlo con un altro sussidio che costa uguale e che va alle stesse persone”, un’ipotesi “ovviamente non plausibile”.
A settembre il Reddito di cittadinanza dovrebbe essere sostituito dalla Misura di inclusione (Mia). Per le famiglie povere senza persone occupabili, cioè famiglie con almeno un minore, una persona disabile o anziana over 60, Mia prevede un importo base di 500 euro (per un single), a cui potrebbe aggiungersi un contributo per il pagamento dell’affitto, fino a 18 mesi. Per le famiglie con persone occupabili l’assegno potrebbe ridursi a 375 euro e durare al massimo un anno. Potrebbe essere introdotto un limite al numero di volte con cui si potrà richiedere la Mia e il tetto Isee potrebbe essere ridotto.
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Lo stato e le previsioni per gli altri indicatori. Nel triennio 2023-2025 è atteso un andamento positivo per la speranza di vita in buona salute alla nascita e per l’eccesso di peso standardizzato, con divari di genere e territoriali. Si prevede un peggioramento invece per il tasso di uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione, con una diminuzione nel 2022, seguita da una crescita nel periodo 2023-2025.
A livello aggregato, si rileva un progresso per il tasso di mancata partecipazione al lavoro, che tiene conto delle persone disoccupate e inattive. Per il quadriennio 2022-2025 si stimano i livelli massimi di occupazione e i valori minimi di disoccupazione dal 2018. Si prevede un calo anche per gli inattivi disponibili. Nel 2022 si aggrava, tuttavia, il rapporto tra il tasso di occupazione delle madri tra i 25 e i 49 anni con almeno un figlio in età prescolare e l’occupazione delle donne della stessa fascia d’età.
Dopo il minimo storico raggiunto nel 2020 aumenta l’indice di criminalità predatoria che monitora il numero di vittime di furti in abitazione, borseggi e rapine per mille abitanti. Un lieve peggioramento si registra anche nell’indice di efficienza della giustizia civile, ovvero la durata media in giorni dei procedimenti civili definiti nei tribunali ordinari. Per la prima volta è stata svolta una previsione per il "disposition time", ovvero il tempo medio di definizione dei procedimenti, che nel periodo 2022-2025 dovrebbe diminuire.
Rispetto al 2020 aumentano le tonnellate di CO2 equivalente pro capite, raggiungendo nel 2021 7 tonnellate pro capite. È stimata una crescita delle emissioni per il 2022 e una lieve riduzione nel 2023, seguita da una stabilità per il biennio 2024-2025. Migliora l’indice di abusivismo edilizio, indicatore che mette in relazione le abitazioni costruite legalmente con quelle illegali.
di Maddalena Binda
Fonte copertina: katerin1234, da 123rf.com
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