Quanti progressi si stanno facendo sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs)? A mettere in guardia sulla portata delle sfide sono le Nazioni unite, che hanno rilasciato nelle scorse settimane una versione anticipata del rapporto annuale del segretario generale Antonio Guteress sugli SDGs. Pubblicato esattamente a metà strada dal 2030, il documento “Progress towards the Sustainable Development Goals: Towards a Rescue Plan for People and Planet” avverte che su circa 140 Target con dati aggiornati (dei 169 totali), solo il 12% è sulla buona strada; quasi il 50% è moderatamente o gravemente fuori strada e circa il 30% è rimasto fermo o regredito rispetto al 2015. Siamo in stallo o siamo andati in retromarcia su oltre il 30% degli SDGs", ha affermato Guteress. "Se non agiamo ora, l'Agenda 2030 diventerà un epitaffio per un mondo che avrebbe potuto essere".
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Povertà, fame, salute e istruzione
Il quadro dipinto dal segretario generale evidenzia come molti dei progressi compiuti siano stati annullati dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina. Con le attuali tendenze, evidenzia il Rapporto, al 2030 575 milioni di persone (quasi il 7% della popolazione mondiale) vivranno in condizioni di povertà estrema. Sradicare la povertà estrema sarà particolarmente difficile nell'Africa subsahariana e nelle zone colpite dai conflitti. Nel 2015, 589 milioni di persone soffrivano la fame, nel 2021 erano 768 milioni. Le proiezioni mostrano che al 2030, circa 670 milioni di persone soffriranno ancora la fame, l'8% della popolazione mondiale. Livelli simili a quelli del 2015.
Nonostante gli sforzi globali, troppi bambini continuano a soffrire di malnutrizione e l'attuale tasso annuo di riduzione dell'arresto della crescita deve aumentare di 2,2 volte per raggiungere l'obiettivo globale. Nel mondo 68 milioni di bambini non sono stati vaccinati. Una condizione particolarmente critica nei Paesi a basso e medio reddito, dove i sistemi sanitari erano già a corto di risorse prima della pandemia. Non va meglio quando si parla di istruzione. Se non verranno prese misure, solo un Paese su sei raggiungerà il Goal 4 garantendo accesso universale a un'istruzione di qualità. Si stima che 84 milioni di bambini non andranno a scuola e circa 300 milioni di studenti non acquisiranno le capacità di calcolo e alfabetizzazione di base.
Parità di genere, acqua ed energia pulita. Il mondo non è sulla buona strada per raggiungere la parità di genere entro il 2030. A livello globale, nessuno dei 18 indicatori ha “raggiunto o quasi raggiunto” gli obiettivi. Al ritmo attuale, si stima che ci vorranno 286 anni per colmare le lacune nella protezione legale e rimuovere le leggi discriminatorie, 140 anni perché le donne siano equamente rappresentate nelle posizioni di potere e leadership sul posto di lavoro e 47 anni per raggiungere una pari rappresentanza nei parlamenti nazionali.
Miliardi di persone non hanno ancora accesso all'acqua potabile, ai servizi igienico-sanitari, nonostante il miglioramento degli ultimi anni. Raggiungere la copertura universale entro il 2030 richiederà un aumento di sei volte degli attuali tassi di progresso sull'acqua potabile e di cinque volte per i servizi igienico-sanitari.
Nonostante i passi avanti in ambito energetico, al 2030 circa 660 milioni di persone non potranno contare sull'elettricità e quasi due miliardi di persone continueranno a fare affidamento su combustibili e tecnologie inquinanti per cucinare. La quota di fonti rinnovabili, rispetto al consumo totale di energia, è pari al 19,1%, solo il 2,4% in più rispetto al 2015.
Lavoro, innovazione e disuguaglianze
Gli effetti persistenti del Covid-19, la crisi del costo della vita, le tensioni commerciali, i percorsi incerti della politica monetaria, l'aumento del debito nei Paesi in via di sviluppo e la guerra in Ucraina frenano la crescita economica globale. Si prevede che il Pil pro capite globale rallenterà nel 2023, mettendo a rischio non solo l'occupazione e il reddito, ma anche i progressi nella retribuzione equa per le donne e nel lavoro dignitoso per i giovani. La ripresa della pandemia è incompleta e disomogenea: alcune regioni ad alto reddito hanno raggiunto, nel 2022, un valore pro capite record nel settore manifatturiero, ma i livelli nei Paesi meno sviluppati non erano molto superiori rispetto al 2015. I dati dimostrano che le industrie ad alto contenuto tecnologico hanno superato più velocemente la crisi e si sono dimostrate più resilienti.
Prima della pandemia, i redditi delle fasce di popolazione più povera crescevano più rapidamente della media nazionale, ma la ripresa disomogenee in diverse regioni del mondo minacciano di invertire questa tendenza. Nei primi sei mesi del 2022, una persona su 251 in tutto il mondo era un rifugiato, la percentuale più alta mai documentata.
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Città sostenibili, produzione responsabile e cambiamenti climatici
La pandemia, continua il Rapporto, ha causato importanti cambiamenti nei modelli migratori. I cambiamenti climatici e i conflitti impattano sulle città. Questi fattori indicano che il mondo è lontano dal raggiungere l'obiettivo delle città sostenibili. In molti Paesi in via di sviluppo, la popolazione degli slum continua a crescere. Consumo e produzione responsabili, sottolinea l’Onu, devono essere parte integrante della ripresa post pandemia, con l'economia che deve scindere il binomio crescita economica/uso delle risorse.
Il mondo è sull'orlo di una catastrofe climatica e le attuali azioni per affrontare la crisi sono insufficienti. Senza azioni immediate per ridurre le emissioni di gas serra in tutti i settori, l'obiettivo di 1,5°C sarà a rischio e con esso la vita di oltre tre miliardi di persone. Le emissioni dovrebbero diminuire già ora ed essere dimezzate entro il 2030.
Vita sott’acqua, sulla terra, pace e partnership
L'oceano, il più grande ecosistema del mondo, continua a essere minacciato dall'aumento dell'acidificazione, dell'eutrofizzazione, della diminuzione degli stock ittici e dell'aumento dell'inquinamento da plastica. Il mondo sta affrontando una tripla crisi planetaria: cambiamento climatico, inquinamento e perdita di biodiversità. La tendenza alla perdita di foreste, degrado del suolo e all'estinzione delle specie sta peggiorando, rappresentando una grave minaccia per la salute del pianeta e delle persone.
Un quarto dell'umanità vive in aree colpite da conflitti e, a maggio 2022, un numero record di 100 milioni di persone è stato sfollato con la forza. Il finanziamento dello sviluppo sostenibile rimane una sfida importante, in particolare nei Paesi a basso reddito. Le tensioni geopolitiche e l'ascesa del nazionalismo in alcune parti del mondo hanno reso più difficile la diffusione della cooperazione internazionale. Molti Paesi in via di sviluppo stanno combattendo contro l'inflazione record, l'aumento dei tassi di interesse e il debito pubblico.
Le cinque raccomandazioni
La mancanza di un vero progresso, dice l’Onu, è sotto gli occhi di tutti. I Paesi in via di sviluppo e le persone più povere e vulnerabili ne stanno pagando il peso maggiore. Per favorire una ripresa, il Rapporto si conclude con cinque raccomandazioni generali per i governi:
- Impegnarsi nuovamente ad intraprendere un'azione accelerata, sostenuta e trasformativa a livello nazionale e globale per mantenere la promessa degli SDGs;
- promuovere politiche e azioni concrete, integrate e mirate per sradicare la povertà e ridurre le disuguaglianze, promuovendo i diritti delle donne e delle ragazze e dando potere ai più vulnerabili;
- migliorare la capacità, la responsabilità e le istituzioni pubbliche nazionali e subnazionali per accelerare il progresso degli SDGs;
- sostenere i Paesi in via di sviluppo nei loro sforzi per raggiungere gli Obiettivi, impegnarsi nuovamente a realizzare l'Agenda di Addis Abeba per il finanziamento allo sviluppo e mobilitare le risorse e gli investimenti necessari, in particolare per i Paesi vulnerabili;
- continuare a rafforzare il sistema di sviluppo delle Nazioni unite e potenziare la capacità del sistema multilaterale di affrontare le sfide emergenti e le lacune legate agli Obiettivi di sviluppo sostenibile.
di Tommaso Tautonico
Fonte copertina: palinchak, da 123rf.com
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