ASviS

Riformare il sistema finanziario globale per un futuro equo e sostenibile

Redazione Ansa

di Luigi Di Marco, curatore della rubrica ASviS "Europa e Agenda 2030" e membro della Segretaria generale dell’Alleanza

da FUTURAnetwork.eu

 

Negli scorsi giorni è stato pubblicato il policy brief del segretario generale dell’Onu António Guterres sulla riforma dell’architettura finanziaria globale. Il rilascio di questo documento, nel quadro delle iniziative che dovranno animare il dibattito politico-sociale in vista del vertice sul futuro indetto dall’Onu e programmato per settembre 2024, giunge in tempo anche per il vertice mondiale di Parigi per un nuovo patto finanziario del 22-23 giugno 2023.

I temi trattati dal nuovo policy brief del segretario Guterres riguardano la formulazione di proposte per riformare l’attuale sistema finanziario globale che produce nei fatti diseguaglianze, violazione dei diritti umani, degrado ambientale e ingiustizia tra generazioni, definendo "un sistema di regole e istituzioni che supportino le convergenze del ventunesimo secolo e che possano permettere a tutti i Paesi di realizzare trasformazioni sostenibili, inclusive e giuste".

Lo sviluppo degli argomenti richiama la precedente pubblicazione del policy brief del segretario Guterres sugli indicatori oltre il Pil (vedi l'articolo di Maddalena Binda su FUTURAnetwork).

Sul tema della riforma del sistema finanziario globale ASviS ha anche recentemente pubblicato a maggio 2023 delle proposte nel "policy brief" “Il salto da gigante”- Nuove politiche globali per vincere le sfide del nostro tempo, integrando l’analisi e le proposte già contenute nel Quaderno transizione ecologica giusta (cfr.paragrafo 3.4.3) di ottobre 2022.    

Il tema è trattato anche dal Parlamento europeo nella recentissima risoluzione del 15 giugno 2023 sull'attuazione e la realizzazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, in cui viene richiesto "una profonda revisione dell'architettura finanziaria mondiale al fine di allinearne tutte le parti con l'Agenda 2030, con l'accordo di Parigi sull'azione per il clima e il quadro globale in materia di biodiversità"puntando alla definizione di un nuovo contratto tra il Nord e il Sud del mondo (vedi nostra rubrica Europa del 20 giugno 2023)

Il segretario Guterres evidenzia nelle premesse del "policy brief" la completa inadeguatezza dell’attuale sistema finanziario globale, concepito nel 1945 alla fine della Seconda guerra mondiale. Il sistema finanziario globale non riesce a rispondere alle attuali sfide che lo sottopongo "a uno stress test di proporzioni storiche. Senza superarlo", poiché già "viziato da deficienze strutturali nella sua stessa concezione".

I punti di criticità dell’attuale sistema vengono in sintesi così riassunti:

  1. alto costo di prestito del denaro per i Paesi in via di sviluppo sui mercati finanziari;
  2. variabilità ampia tra Paesi nell’accesso alla liquidità durante le crisi;
  3. drammatico sotto-investimento in beni pubblici globali, incapacità di preparazione e risposta alle pandemie e agli effetti dei cambiamenti climatici;
  4. volatilità dei mercati finanziari e dei flussi di capitale, con ripetute crisi finanziarie globali e ricorrenti sofferenze del debito sovrano, con conseguenze disastrose per lo sviluppo sostenibile.

Nello stesso tempo, evidenzia il segretario Guterres una carenza del sistema di tassazione internazionale che ha prodotto evasione ed elusione fiscale, così erodendo la capacità dei Paesi d’investire in un sviluppo sostenibile ed equo. 

Il documento articola dunque diciassette azioni nel quadro delle seguenti sei aree:

Riformare e rafforzare la governance economica globale

In quest’ambito le proposte di riforma (azione 1) riguardano in particolare l’equilibrio democratico nella gestione del Fondo monetario internazionale (Fmi), prendendo la separazione della capacità di pagare dai diritti di voto e dalle assegnazioni. "Le valutazioni dei bisogni dovrebbero essere collegate al reddito e alla vulnerabilità" (attraverso un indice di vulnerabilità multidimensionale o indicatori "oltre il Pil”).

Così anche la Banca mondiale e le altre istituzioni che definiscono gli standard internazionali (ad esempio, la Banca dei Regolamenti Internazionali, il Consiglio per la Stabilità Finanziaria, ecc.) devono riequilibrare i propri sistemi di governance per rafforzarne la legittimità e garantire che l'universalità e l'inclusione non rimangano un punto critico nella gestione finanziaria, fiscale e antiriciclaggio globale.

In parallelo (azione 2) andrà creato un organo di vertice per migliorare la coerenza del sistema finanziario internazionale, con con riunioni periodiche (ipotizzando una frequenza biennale) partecipato dai membri del G20 e del Consiglio economico e sociale, dal segretario generale dell’ONU e dai capi delle istituzioni finanziarie internazionali, con l’obiettivo di coordinamento dell’azioni necessarie a costruire un'economia globale più sostenibile, inclusiva e resiliente, affrontando l'incoerenza delle norme che regolano il commercio, gli aiuti, il debito, la fiscalità, la finanza, la sostenibilità ambientale e l'azione per il clima e altre questioni legate allo sviluppo.

Abbassare il costo del prestito sovrano e creare una soluzione duratura per i Paesi che si trovano in difficoltà sul fronte del debito

Descrivendo l’analisi del problema, il Policy brief mette in evidenza che gli alti costi dei prestiti sui mercati dei capitali possono limitare fortemente la capacità dei Paesi di investire nella ripresa e nello sviluppo sostenibile. Il fenomeno riguarda in particolare i Paesi in maggior stato di bisogno. Sta di fatto che i Paesi in sofferenza debitoria "rappresentano solo il 2,5% dell'economia globale, ospitano il 15% della popolazione mondiale e il 40% di tutte le persone che vivono in condizioni di estrema povertà"Ma la stessa difficoltà riguarda anche i Paesi che non sono a rischio immediato di sofferenza debitoria, e che dunque risultano comunque in condizioni di vulnerabilità.

Il Policy brief richiama recenti analisi che hanno rilevato che "la maggior parte dei Paesi che in passato hanno avuto costose crisi del debito sarebbero stati solvibili se avessero avuto un accesso continuo ai finanziamenti a tassi bassi (simili ai costi di prestito dei Paesi ricchi)".

Le regole attuali hanno determinato che la risoluzione del debito è stata in genere "troppo poco e troppo tardi: le ristrutturazioni spesso non sono abbastanza profonde per fare tabula rasa ed evitare crisi ripetute, e spesso si concretizzano troppo tardi, con crisi prolungate e costi sociali elevati".

Al fine di ridurre i rischi del debito e sostenere il perseguimento degli Sdgs (azione 3) la proposta prevede di sostenere un passaggio a un sistema di precedenza agli obblighi di protezione sociale e ai pagamenti relativi ad altre esigenze interne rispetto ai pagamenti ai creditori esterni.

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