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Dal Green building council Italia il primo Impact report sull’edilizia sostenibile

Redazione Ansa

In Italia, l’adozione di protocolli di sostenibilità nel settore edile è in continuo aumento. Questo è il messaggio che emerge dal primo Impact report dell’edilizia sostenibile certificata nel nostro Paese, pubblicato il 14 giugno dal Green building Italia (Gbc). Il documento spiega che le certificazioni di sostenibilità energetico-ambientale del sistema Leed (Leadership in energy and environmental design), il più diffuso al mondo, sono state adottate da più di 500 edifici in tutta la penisola, per una superficie complessiva di nove milioni di metri quadrati. Secondo i calcoli riportati, l’insieme degli edifici certificati fino a ora corrisponde a una “città sostenibile” di 180mila persone; per fare un paragone, è come se tutta la popolazione della città di Modena vivesse in case con un impatto ambientale ridotto. Ma è interessante porre attenzione anche al numero di edifici che si sono registrati per ottenere la certificazione di sostenibilità Leed, il quale corrisponde a una superficie di dieci milioni di metri quadrati. Sommando il totale degli edifici già certificati e l’insieme di quelli registrati per ottenere il label Leed, si arriva a un ammontare equivalente a 19 milioni di metri quadrati.

 

I benefici futuri dei protocolli Leed

Il Rapporto contiene anche uno studio, condotto in partnership con The European house – Ambrosetti, che proietta nel 2030 il “modello” proposto da Gbc Italia, sottolineando i benefici ambientali ed economici che porterà nel Paese una crescita dell’adozione dei protocolli Leed nel settore edilizio. Se le certificazioni Leed continueranno a diffondersi ai ritmi attuali potranno essere risparmiati in Italia, ogni anno e per i prossimi sette anni, all’incirca 474mila tonnellate di Co2 e 3.600 milioni di litri d’acqua, per l’equivalente di 189 milioni di euro di esternalità negative in meno. Mentre nel prossimo decennio si potrebbero risparmiare durante le fasi di costruzione e manutenzione degli edifici 928mila tonnellate di rifiuti, ovvero 125 milioni di euro.

I protocolli di certificazione Leed sono stati elaborati per la prima volta 30 anni fa dai fondatori del Green building council United states (UsGbc), l’associazione statunitense che si è poi diramata in tutto il mondo. Questi protocolli, come viene riportato nel documento, adottano un punto di vista olistico, e fanno perno intorno a cinque ambiti fondamentali: l’acqua, l’energia, i materiali di costruzione (soprattutto per quanto riguarda l’economia circolare), e la qualità degli ambienti interni.

Il documento fa anche il sunto dei traguardi raggiunti da Gbc Italia nei 15 anni trascorsi dalla sua nascita. L’associazione ha formato oltre 3.500 professionisti e ha partecipato alla sensibilizzazione di più di 15mila tecnici sulle tematiche relative ai protocolli energetico-ambientali. Inoltre, nel 2022, il numero di edifici registrati e certificati Leed nel corso dell’anno è stato dieci volte superiore rispetto a dieci anni fa.

 

 A velocità diverse

Rispetto invece alla distribuzione territoriale dei progetti Leed (di cui 890 registrati e 570 certificati, per un totale di 1.460 progetti), si può notare che la maggioranza di questi è concentrata in Lombardia. Seguono poi Veneto e Lazio. Per quanto riguarda invece la destinazione d’uso, la maggior parte degli edifici certificati sono uffici, con una proporzione di 244 su 570. Il quadro di andamento riportato parla di un trend che “viaggia a velocità differenziate sul territorio nazionale”. Il Rapporto sottolinea infatti che “la fotografia, a oggi, è infatti quella di una dispersione non omogenea degli edifici certificati, sia in termini territoriali che di destinazione d’uso”.

 

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di Milos Skakal

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