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L’Ue avanza sull’Agenda 2030, Gentiloni: “L’Unione guidi gli sforzi verso gli SDGs”

Redazione Ansa

Tra il 2018 e il 2023 nell’Unione europea si sono ridotte le disuguaglianze e la povertà, con una crescita su economia e lavoro. Buoni i progressi compiuti anche in relazione all’agricoltura sostenibile, all’innovazione, al consumo e alla produzione responsabili, alla tutela della vita sott’acqua, all’istruzione di qualità e alla parità di genere. Più modesti i miglioramenti in termini di pace, giustizia e istituzioni solide, città e comunità sostenibili, partenariati globali e per l’azione contro il cambiamento climatico. Giudizio negativo per energia pulita, salute e tutela della vita sulla Terra.

È un quadro con luci e ombre quello tracciato dal documento “Sustainable development in the European Union - Monitoring report on progress towards the SDGs in an EU context – 2024 edition”, presentato il 18 giugno a Bruxelles, in occasione della conferenza sugli SDG co-organizzata dal commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni e dal ministro federale belga Zakia Khattabi, e a cui ha partecipato tra gli altri, Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS.

Elaborato dall’Eurostat sulla base di 102 indicatori valutati annualmente su un periodo a breve termine (ultimi cinque anni di dati disponibili) e su un periodo a lungo termine (15 anni), il Rapporto, alla sua ottava edizione, offre un quadro dell’avanzamento dell’Unione europea sui 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs).


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“Possiamo essere orgogliosi di dove siamo arrivati. Nonostante le straordinarie sfide poste dalla pandemia e dalla guerra russa all’Ucraina, l’Ue ha fatto progressi sulla maggior parte dei Goal […] Tuttavia, i risultati raggiunti non sono uniformi tra gli Stati membri e il resto del mondo non è sulla buona strada. Rafforzare il multilateralismo è la strategia migliore per affrontare le sfide globali e l’Unione può guidare questi sforzi verso gli SDGs”, ha dichiarato Gentiloni nel suo intervento, aggiungendo: “Noi oggi riaffermiamo il nostro impegno verso l’Agenda 2030”.  A fargli eco sono state le parole di Giovannini, che ha sottolineato “l’incredibile lavoro fatto finora dall’Unione europea”, ma anche che “l’Ue non è ancora su un sentiero di sviluppo sostenibile”, avendo perso tra l’altro quattro anni durante la Commissione Juncker, che non aveva scelto di mettere l’Agenda 2030 al centro del suo mandato come invece ha fatto Ursula von der Leyen. “Temo che il nuovo ciclo politico non sarà costruito su ciò che è stato fatto”, ha proseguito Giovannini, avanzando alcune raccomandazioni per monitorare e accelerare il percorso verso la sostenibilità, tra cui la necessità di focalizzarsi non solo sui risultati raggiunti ma soprattutto su come recuperare i ritardi, porre l’Agenda 2030 al centro delle decisioni politiche, comunicare meglio e in maniera più semplice gli SDGs alla società civile europea, condurre analisi più frequenti ed elaborare report semestrali che valutino l’impatto delle normative sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile.  

Ma vediamo in dettaglio l’andamento.

 

I Goal in netto miglioramento

Nel corso del quinquennio valutato (2018-2023), l’Ue ha fatto progressi significativi verso la “riduzione delle disuguaglianze” (Goal 10). Infatti, le differenze di reddito all’interno dei Paesi sono diminuite rispetto al 2017 e i dati mostrano anche una continua convergenza degli Stati membri in termini di Pil pro capite e reddito familiare. È migliorata anche l’integrazione nel mercato del lavoro dei cittadini extra-Ue.

Anche rispetto a “crescita economica e lavoro dignitoso” (Goal 8) i dati sono molto positivi. Nonostante la stagnazione nel 2023, infatti, sia il Pil pro capite che gli investimenti sono migliorati rispetto al 2018. Nel 2023 il tasso di occupazione dell’Ue ha raggiunto un nuovo massimo storico del 75,3% e, parallelamente, la disoccupazione di lunga durata e la quota di giovani Neet (che cioè non studiano e non lavorano) hanno toccato i minimi storici.

Per quanto riguarda la “lotta alla povertà" (Goal 1), i trend mostrano che meno persone sono state colpite dalla povertà monetaria, soffrono di grave deprivazione materiale e sociale o vivono in famiglie (quasi) senza lavoro. Tuttavia, saranno necessari ulteriori sforzi per soddisfare l’obiettivo di sradicare dalla povertà almeno 15 milioni di persone entro il 2030. È anche scesa la quota di persone in disagio abitativo, ma sono aumentati i bisogni di cura insoddisfatti.

I Goal in leggero miglioramento

Tra gli ambiti che hanno fatto registrare progressi moderati c’è quello della “lotta alla fame” (Goal 2), dal momento che la produttività del settore agricolo dell’Ue e gli investimenti pubblici nella ricerca sono aumentati. Inoltre, l'agricoltura biologica è cresciuta costantemente e dal 2016 è diminuito anche il rischio legato ai pesticidi chimici. Tuttavia, permangono gli impatti negativi tra cui il continuo e drammatico declino degli uccelli comuni dei terreni agricoli, né sono stati compiuti progressi sulla malnutrizione, con il la quota di persone obese rimasta stagnante.

Su “consumo e produzione responsabili(Goal 12) i segnali sono contrastanti: da una parte è cresciuta la domanda globale di risorse, dall’altra è diminuito il consumo di sostanze chimiche pericolose ed è aumentata la produttività energetica. Inoltre, le emissioni medie di CO2 delle auto sono calate e il settore dei beni e servizi ambientali ha ottenuto performance superiori agli altri settori economici. La produzione totale di rifiuti, in aumento fino al 2018, è crollata nel 2020, mentre il tasso di circolarità della materia è rimasto al di sotto del 12%, il che significa che l’Ue attualmente non è sulla buona strada per raddoppiare questo tasso entro il 2030.

Rispetto a “imprese, innovazione e infrastrutture” (Goal 9), ci sono stati progressi su ricerca e sviluppo con una spesa in lenta ma costante crescita, sebbene insufficiente a centrare gli obiettivi internazionali. Anche le domande di brevetto, la quota di personale di ricerca e sviluppo impiegata nella forza lavoro e la percentuale di giovani con istruzione terziaria è migliorata considerevolmente. Nell’ambito industriale, le emissioni atmosferiche del settore manifatturiero sono diminuite, mentre è cresciuta la quota delle famiglie con connessione Internet veloce. Peggiora invece il settore dei trasporti, sia passeggeri che merci.

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di Elita Viola

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