ASviS

Pacchetto di primavera: nuove raccomandazioni agli Stati membri e all’Italia

Redazione Ansa

Il 19 giugno la Commissione europea ha presentato il suo pacchetto di primavera del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche, di bilancio, occupazionali e sociali all'interno dell'Unione europea. Il pacchetto di atti adottato si compone essenzialmente della Comunicazione che illustra le raccomandazioni generali, le raccomandazioni annuali specifiche per Paese (vedi quelle per l’Italia) accompagnate da un analisi per Paese (vedi l’analisi dell’Italia), che dovranno essere successivamente approvate dal Consiglio. Come integrato a partire dal 2020, l’analisi annuale per Paese integra anche il monitoraggio sui progressi rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Eurostat ha pubblicato in parallelo il rapporto annuale di monitoraggio degli SDGs. Il pacchetto include anche la proposta di decisione del Consiglio recante le linee guida per le politiche occupazionali negli Stati membri e la relazione con indicazioni specifiche per gli Stati che presentano un deficit eccessivo (tra cui l’Italia).

La relazione generale del pacchetto di primavera analizza la situazione attuale, gli andamenti e le proiezioni, formulando raccomandazioni valevoli per tutti gli Stati membri da integrare con le raccomandazioni specifiche per Paese (per l’Italia come di seguito sintetizzate).

Il pacchetto di primavera è in diretta continuità e coerenza con il quadro di sistema e le relative indicazioni del precedente pacchetto d’autunno e viene articolato nelle consolidate quattro dimensioni  dell’analisi annuale per la crescita sostenibile: stabilità macro-economica, produttività, sostenibilità ambientale, equità. L’analisi per dimensione invita con continui richiami a una lettura sistemica e interdipendente delle diverse dimensioni e delle relative politiche attuative. 

Stabilità macroeconomica

La Commissione evidenzia come il 2024 rappresenti un anno di svolta per il coordinamento delle politiche fiscali nell'Ue, con l'entrata in vigore della revisione del quadro di governance economica. Il sostegno fiscale degli Stati membri alle economie nazionali dovrebbe ora essere ridimensionato per riportare il debito su un percorso discendente o per mantenerlo a livelli prudenti. Nello stesso tempo la Commissione precisa che gli investimenti pubblici devono essere mantenuti e, se necessario, aumentati per sostenere la crescita a lungo termine, la resilienza sociale ed economica, la transizione verde e digitale e lo sviluppo delle capacità di difesa.

A tal fine, con il nuovo quadro di regole, gli Stati membri dovranno presentare il loro primo piano strutturale di bilancio a medio termine verso l’autunno, precisando che la scadenza legale è il 20 settembre, a meno che lo Stato membro e la Commissione non concordino una proroga ragionevole. Il piano dovrà includere riforme e investimenti integrative e complementari al quadro delle misure già incluse nei Pnrr e nei piani per le politiche di coesione, rispondendo alle raccomandazioni per Paese incluse nel presente pacchetto di primavera e ove non ancora attuate anche le raccomandazioni degli anni precedenti.

Le raccomandazioni generali indicate dalla Commissione europea per la stabilità finanziaria dell’Ue includono l’accelerazione del completamento dell'Unione bancaria e dei progressi nell'Unione dei mercati dei capitali, essenziale per finanziare la duplice transizione verde e digitale e stimolare la competitività: per rendere l'economia dell'Ue più produttiva, resiliente e competitiva è necessario disporre di mercati dei capitali integrati, profondi e liquidi, in grado di utilizzare al meglio i risparmi dei cittadini europei e di allocare i capitali in modo più efficiente, anche per le start-up e le scale-up innovative.

La Commissione evidenzia come elemento di preoccupazione i costi legati all'invecchiamento della popolazione nell’Ue che rappresentano circa un quinto del Pil dell'Ue e si prevede che aumenteranno significativamente nel medio e lungo termine. Tra le soluzioni, la Commissione indica che i sistemi pensionistici, sanitari e di assistenza a lungo termine dovrebbero adattarsi a queste sfide, anche attraverso misure volte a incoraggiare la partecipazione dei lavoratori anziani al mercato del lavoro, a rafforzare la sostenibilità del sistema pensionistico e a migliorare l'efficacia dei costi dei sistemi sanitari e di assistenza a lungo termine.

Sulle politiche fiscali, la Commissione rilancia la necessità di spostare parte dell'onere fiscale dalla tassazione del lavoro alla tassazione ambientale e dei beni immobili ricorrenti in modo equo ed efficiente, ad esempio rafforzando il principio "chi inquina paga”, favorendo un mix fiscale equilibrato e più a prova di futuro, basato anche sulla prova dei mezzi e sulle valutazioni dell'impatto distributivo, per sostenere una crescita inclusiva e sostenibile.

Produttività

La Commissione evidenzia la necessità di garantire un ambiente imprenditoriale più favorevole all’innovazione, incrementare gli investimenti nella ricerca raggiungendo almeno l’obiettivo del 3% del Pil, investendo nella ricerca pubblica e incentivando economicamente la ricerca privata, aumentando i livelli di competenza e garantendo un ambiente normativo stabile e più snelloper le imprese, compiere progressi in un mercato unico “a prova di futuro” evidenziando che la partecipazione al mercato unico di tutte le regioni è necessaria per integrarle nelle catene del valore europee e globali, evitando la stagnazione dello sviluppo e quindi le trappole dello sviluppo.

Inoltre, il rispetto dello Stato di diritto, in particolare sistemi giudiziari indipendenti, di qualità ed efficienti, la certezza del diritto e l'uguaglianza di fronte alla legge sono anche fattori determinanti per un ambiente imprenditoriale che favorisca gli investimenti e l’innovazione.

Per sostenere la produttività è fondamentale una politica industriale in coordinamento con le azioni a livello nazionale, coerente ed adeguata al sostegno della trasformazione tecnologica dell'Ue e atta a garantire catene di approvvigionamento resilienti, preservando al contempo mercati competitivi e non distorti. La Commissione evidenzia come questo obiettivo può essere raggiunto attuando il Piano industriale del Green Deal, mobilitando in modo più strategico i fondi e gli altri strumenti finanziari dell'Ue per raccogliere ulteriore sostegno finanziario privato.

La Commissione pone particolare attenzione sulla ricerca e l’innovazione indicando che gli Stati membri dovrebbero attuare riforme ambiziose per costruire ecosistemi integrati di R&I, concentrandosi sulla governance, sui sistemi e sulle infrastrutture di ricerca pubblica, sulla collaborazione tra scienza e impresa e sul trasferimento delle conoscenze, nonché sulla diffusione e sull'adozione dell'innovazione, anche attraverso gli appalti pubblici, con particolare attenzione alle prospettive di carriera dei ricercatori e all'attrazione e al mantenimento dei talenti in tutta Europa, massimizzando anche le sinergie tra i programmi a livello di Ue e degli Stati membri.

Attenzione deve essere prestata anche nell’accessibilità ai finanziamenti: sono necessarie riforme nazionali per migliorare l'allocazione del risparmio e il finanziamento del capitale e per facilitare il mercato dei capitali e le forme alternative di finanziamento, soprattutto per le Pmi e le imprese dell'economia sociale.

La trasformazione digitale è essenziale per l’aumento della produttività. La Commissione chiede in proposito investimenti pubblici nelle infrastrutture e nelle competenze digitali, in particolare per far fronte alla carenza di specialisti e per colmare il divario digitale, assieme a misure d’incentivazione d’investimenti privati nelle tecnologie digitali e nell'intelligenza artificiale.

Sostenibilità ambientale

La dimensione della sostenibilità ambientale è sviluppata ricordando la necessità di adottare misure in linea con l'obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e di aumentare la competitività e l'autonomia strategica aperta, la diversificazione delle forniture energetiche e la modernizzazione delle infrastrutture per consentire l'ulteriore integrazione delle fonti rinnovabili nel sistema energetico e per aumentare l’elettrificazione. La Commissione evidenzia la sussistenza di un divario tra i livelli d’ambizione espressi dagli Stati membri e quanto necessario per il raggiungimento degli obiettivi al 2030 per le energie rinnovabili e l'efficienza energetica, auspicando che gli Stati membri alzino l’ambizione con l’imminente presentazione del 30 giugno 2024 dei Piani nazionali integrati clima ed energia, sviluppando anche ulteriormente i capitoli sulla ricerca e l’innovazione,  e rafforzando le politiche di eliminazione graduale dei sussidi ai combustibili fossili.

La Commissione sottolinea la necessità di affrontare in via prioritaria le restanti strozzature legate alla capacità amministrativa, anche per quanto riguarda le procedure di pianificazione e autorizzazione a livello locale.

In relazione ai rischi climatici, la Commissione fa diretto riferimento alla  comunicazione sulla gestione dei rischi climatici pubblicata lo scorso mese di marzo chiedendone un’attuazione pratica. Inoltre, sottolinea come le regioni costiere, mediterranee e orientali siano le più vulnerabili e colpite in modo sproporzionato. Includendo in particolare l’attenzione sull’essenzialità delle risorse idriche per l’economia e il soddisfacimento dei bisogni sociali primari, la Commissione rende evidente come le misure di prevenzione e gestione del rischio climatico rappresentino una necessità inderogabile per la stessa resilienza economica. Nel contesto, la Commissione collegando le misure ambientali con la fiscalità, evidenzia come l'attuazione del principio "chi inquina paga" garantirebbe che i segnali di prezzo tenessero conto delle esternalità ambientali. Continua a leggere su asvis.it

di Luigi Di Marco

 

Consulta la rassegna dal 17 al 23 giugno

Leggi l'articolo completo su ANSA.it