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Famiglia, asili, servizi, tempi: l’agenda per agire sulla crisi demografica italiana

Redazione Ansa

Negli ultimi anni, la costante riduzione della natalità ha portato il tasso di fertilità del nostro Paese ben al di sotto del livello di sostituzione generazionale, generando pesanti conseguenze presenti e future. Secondo i dati Eurostat, il 19,3% dei giovani italiani tra i 20 e i 29 anni è a rischio povertà ed esclusione sociale e l'8,4% dei giovani italiani tra i 25 e i 29 anni è povero nonostante il lavoro. Le difficoltà di accesso ai servizi per l'infanzia e le politiche di supporto alle famiglie influiscono sulle scelte riproduttive. Inoltre, le transizioni lente dall'istruzione al lavoro e le carriere instabili penalizzano l'occupazione femminile, infatti solo il 68% delle madri italiane lavora.

Nel 2013, durante l’evento il Tempo delle donne organizzato dal Corriere della sera, fu proposta un’agenda di riforme intitolata “Fast”. In inglese, il termine vuol dire “veloce”, come una sigla invece indica anche i principali ambiti di intervento: famiglie, asili, servizi, tempi.

Una recente ricerca condotta da Percorsi di secondo welfare per Fondazione Lottomatica ha aggiornato l’agenda Fast: oltre a presentare in modo sistematico dati, informazioni e diagnosi in merito agli ostacoli che condizionano e frenano oggi le scelte riproduttive delle coppie italiane e fare il punto generale sull’emergenza demografica italiana, affronta le quattro direttrici menzionate, con particolare attenzione ai trasferimenti monetari per le famiglie, ai servizi per l’infanzia, ai servizi di conciliazione vita-lavoro e alle politiche dei tempi. Grazie al confronto comparato, da ciascun capitolo emergono anche molti spunti sulle politiche da introdurre in Italia per dare un contenuto più specifico e concreto all’agenda Fast.



Le politiche di sostegno alle famiglie infatti, in Italia sono insufficienti rispetto ad altri Paesi. L'Assegno unico per i figli adottato nel 2022, pur essendo un passo avanti, tende a scoraggiare il lavoro delle madri e non incentiva adeguatamente le nascite. I congedi di paternità sono troppo brevi (11 giorni) e le indennità per il congedo parentale sono inadeguate per le famiglie meno abbienti. Il Pnrr prevede la creazione di 150.500 nuovi posti negli asili nido entro il 2026, ma, per ora, molti genitori ancora non trovano posto e le rette sono troppo alte. La carenza di serviziperla non autosufficienza poi, grava sulle famiglie, specialmente sulle donne in età fertile. Inoltre, c'è una marcata discrepanza tra il tempo lavorativo effettivo e quello preferito, con molta domanda insoddisfatta di orari flessibili e lavoro agile.

Le proposte

Come si vede nella tabella qui sotto, per supportare le famiglie si propone, tra l’altro, di estendere la durata del congedo per i padri e portare all’80% il tasso di sostituzione del congedo parentale. In tema di asili nido, azzerare le rette d’iscrizione per le famiglie a reddito medio-basso. Per quanto riguarda i servizi, è importante realizzare la riforma della non autosufficienza.  Sull’organizzazione dei tempi, l’invito è quello di lanciare una Strategia di riorganizzazione dei tempi e degli orari per promuovere lavoro e famiglie sostenibili.

Per affrontare queste sfide, l’agenda Fast propone una governance unitaria. “La questione demografica (in particolare, degiovanimento e natalità)”, si legge nel Rapporto, “ha valenza trasversale, si tratta di una dimensione che deve essere considerata e integrata in tutte le politiche pubbliche (secondo l’approccio mainstreaming)”. Ciò comporta il superamento dell’approccio “per silos”. Un primo passo in questa direzione è l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sulle tendenze demografiche nazionali e sui loro effetti economici e sociali, ora all’esame del Senato.

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di Sofia Petrarca

 

Fonte copertina: peopleimages12, da 123rf.com

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