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Presidenza ungherese al Consiglio Ue: il programma in sette punti

Redazione Ansa

Il 1 luglio si è avviato il nuovo turno semestrale alla presidenza del Consiglio dell’Ue affidato all’Ungheria.

La presidenza ungherese dichiarando l’impegno ad agire come intermediario onesto, nello spirito di sincera cooperazione tra Stati membri e istituzioni, per la pace, la sicurezza e la prosperità di un’Europa veramente forte, definisce il suo programma a partire da questa premessa:

L’Ungheria assume la presidenza del Consiglio dell’Unione europea in un momento di circostanze e sfide straordinarie. Il nostro continente si trova ad affrontare sfide comuni dovute alla guerra nel nostro vicinato, al crescente ritardo dell’Ue rispetto ai suoi concorrenti globali, a una fragile situazione di sicurezza, all’immigrazione clandestina, alla vulnerabilità delle catene di approvvigionamento internazionali, ai disastri naturali, agli effetti dei cambiamenti climatici e dall’impatto delle tendenze demografiche. Inoltre, poiché il 2024 è un anno di transizione, la presidenza ungherese dovrà garantire la continuità dei lavori in seno al Consiglio, in collaborazione con un nuovo Parlamento europeo e una nuova Commissione europea, dovrà avviare l’attuazione dell’Agenda Strategica 2024-2029, definendo le linee guida a lungo termine per il futuro lavoro dell’Unione. La presidenza ungherese e l’Europa devono essere preparate al fatto che le guerre, i conflitti armati, le crisi umanitarie nel mondo e le loro conseguenze continueranno a sfidare il continente nella seconda metà del 2024.

La risposta programmatica viene riassunta in sette punti e declinata nelle attività che la presidenza ungherese intende sviluppare nell’ambito dei diversi consigli dei ministri europei.

I sette punti sono specificamente:

  • Nuovo patto europeo per la competitività - l’obiettivo è di affrontare le molteplici sfide dell’inflazione, dell’aumento del debito pubblico, della frammentazione delle catene di approvvigionamento internazionali, di una crescita economica più lenta dell’Ue rispetto ad altri competitori internazionali prospettando nuove riforme. In proposito viene indicato come obiettivo della presidenza ungherese dare seguito alle conclusioni dell'esauriente relazione sul futuro del mercato interno di Enrico Letta e svolgere un ruolo attivo nella discussione e nel seguito della prossima relazione di Mario Draghi sul futuro della competitività L’argomento della competitività integra come obiettivo un mercato del lavoro flessibile che crei posti di lavoro sicuri e offra salari crescenti in Europa, quale fattore cruciale per la crescita e la competitività. In quest’ambito rientrano i temi di una politica industriale europea definita con il più ampio coinvolgimento possibile degli operatori del settore nel promuovere la transizione verde e digitale, resilienza delle Pmi, deframmentazione e collaborazione per la ricerca, attuazione della strategia di normazione europea, misure fiscali, commercio internazionale.
  • Rafforzamento della politica di difesa europea - in continuità con le decisioni assunte in sede di Consiglio a partire dalla bussola strategica, la presidenza ungherese dichiara l’intenzione di concentrarsi su tre pilastri principali nel campo della politica di sicurezza e di difesa comune: rafforzare la risposta militare dell’Ue e le capacità di gestione delle crisi; aumentare l’efficacia dello sviluppo delle capacità militari europee; rafforzare la base industriale e tecnologica di difesa europea e promuovere l’innovazione nel settore della difesa. A tal fine il programma mira anche a promuovere la riflessione sul futuro del Fondo europeo per la Difesa. Allo stesso tempo, la presidenza ungherese include nel programma l’impegno attivo dell’Ue per contribuire al ripristino della pace e della sicurezza internazionale e per confermare che l’Ue è un partner affidabile e degno di fiducia. Specificamente viene indicato che alla luce dell’attuale situazione di sicurezza, la presidenza ungherese considererà prioritario garantire la stabilità dei Balcani occidentali e della regione del Sahel attraverso missioni militari dell’Ue, cooperazione e dialoghi incentrati sulla sicurezza, nonché fornendo sostegno attraverso il Fondo europeo di pace.
  • Politica di allargamento coerente e meritocratica - le politiche di allargamento riguardano specificamente i Paesi dei balcani occidentali. La presidenza ungherese dichiara nel programma che la Comunità non può essere completa senza l’adesione di questa regione che avvantaggerebbe l’Ue in termini economici, di sicurezza e geopolitici. Annuncia pertanto l’obiettivo di organizzare nel proprio mandato un vertice Ue-Balcani occidentali e, se opportuno, tenere conferenze intergovernative con i Paesi candidati. Lo scopo è garantire che l’Unione europea rimanga il principale partner economico e politico della regione, evitando così che Paesi terzi guadagnino ulteriore terreno e aumentino la loro influenza. Inoltre la presidenza s’impegna a promuovere il dialogo politico Ue-Turchia, per quanto riguarda lo status della Turchia come Paese candidato.
  • Arginare l’immigrazione clandestina - per far fronte al fenomeno che viene definito non solo una sfida per l’Europa ma un onere enorme ai singoli Stati membri, in particolare per quelli alle frontiere esterne dell’Unione, la presidenza indica come indispensabile una più stretta cooperazione con i Paesi confinanti con l’Ue, nonché con i principali Paesi di origine e di transito, evidenziando l’importanza della protezione delle frontiere esterne e la necessità di fondi Ue a tal fine. La presidenza considera importante rendere la futura architettura normativa e operativa dell’Ue a prova di crisi considerando che il numero crescente di conflitti armati e la crisi economica stanno esercitando una maggiore pressione migratoria sull’Europa e che le norme europee sulla migrazione e sull’asilo offrono ulteriori opportunità di abuso sotto molti aspetti. La presidenza ungherese porterà avanti l’attuazione delle riforme concluse sotto la presidenza belga, tenendo però conto delle debolezze del sistema, e incoraggerà gli Stati membri a scambiare opinioni su soluzioni innovative nel campo dell’asilo al fine di migliorarne la resilienza. In altre parti del programma viene dichiarato come obiettivo principale della presidenza ungherese il rafforzamento della comprensione del nesso umanitario-sviluppo e pace nei contesti fragili, affrontando le cause profonde della migrazione, le questioni relative alla sicurezza alimentare globale integrano la cooperazione per la prevenzione dell’immigrazione. Specificamente viene indicato lo sviluppo di azioni e sostegno alle migliori pratiche volte ad assistere le comunità nelle aree di crisi e promuovere lo sviluppo sostenibile, incoraggiando così le persone a rimanere nelle loro regioni d’origine, includendo la creazione di posti di lavoro e l’emancipazione economica delle donne, la promozione dell’istruzione e della formazione professionale la gestione delle interrelazioni tra nutrizione e salute, la risposta alle sfide poste dai cambiamenti climatici e la cooperazione con le organizzazioni locali per promuovere la coesistenza pacifica. tra comunità di diverse religioni ed etnie.
  • Modellare il futuro della politica di coesione - la presidenza indica come priorità la riduzione delle disparità regionali quale garanzia della coesione economica, sociale e territoriale come sancita negli stessi Trattati dell’Ue, sottolineando come la politica di coesione ne rappresenti lo strumento chiave a questo riguardo. Richiamando le evidenze del nono rapporto sulle politiche di coesione, e il dato di sintesi che più di un quarto della popolazione dell’Ue vive in regioni che non raggiungono il 75% del livello di sviluppo medio dell’Unione, la presidenza ungherese annuncia l’attivazione di un dibattito strategico ad alto livello sul futuro della politica di coesione, compreso il suo ruolo nel promuovere la competitività e l’occupazione, nonché nell’affrontare le sfide demografiche.

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di Luigi Di Marco

 

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