In che modo l’Onu può rispondere meglio agli shock e alle crisi del nostro tempo? Come integrare di più i giovani nei processi decisionali globali? E come dovrà essere plasmato l’ambiente digitale nei prossimi anni? Fra tre settimane il Summit del Futuro dovrà dare risposte a queste e altre domande.
Con l’avvicinarsi dell’incontro di alto livello dei leader mondiali, che si terrà il 22 e 23 settembre alle Nazioni unite, stanno prendendo corpo anche i documenti preparatori. Il processo è partito all’inizio del 2024, quando i co-facilitatori (la rappresentante tedesca Antje Leendertse e quello namibiano Neville Melvin Gertze) hanno pubblicato la bozza zero del “Patto per il futuro” (Pact of the future), il documento che sarà adottato dai leader durante il vertice. Lo scorso 27 agosto l’Onu ha diffuso il testo giunto alla sua terza revisione. Ancora non si conosce la versione finale (sino a poche ore fa i governi hanno potuto presentare le loro osservazioni), ma è utile evidenziare gli aspetti principali.
Sessanta azioni per il futuro
Ciò che sappiamo è che l’elenco dei temi è approfondito e copre diversi ambiti, ovvero: sviluppo sostenibile e finanziamento dello sviluppo; pace e sicurezza internazionale; scienza, tecnologia, innovazione e cooperazione digitale; giovani e generazioni future; trasformazione della governance globale.
Per sostenere i negoziati in vista del Summit, il segretario generale dell’Onu António Guterres ha pubblicato 11 policy brief che si basano sulle proposte contenute nel documento Our Common Agenda. Nelle scorse settimane, il Patto per il futuro ha però già suscitato polemiche. Una versione precedente non includeva, infatti, l’impegno ad accelerare l’eliminazione graduale dei combustibili fossili, rispettando gli accordi siglati alla Cop 28 dell’anno scorso a Dubai. I governi hanno reintegrato questo impegno dopo la mobilitazione della società civile e la lettera di circa 80 premi Nobel e leader mondiali, in cui si criticava “il fatto che la bozza del Patto per il futuro non menzioni nemmeno i combustibili fossili, una delle maggiori minacce che il mondo deve affrontare oggi”.
Nell’ultima bozza, quindi, l’inversione di marcia, con i governi che convergono sulla volontà “di abbandonare i combustibili fossili nei sistemi energetici in modo giusto, ordinato ed equo, così da raggiungere zero emissioni nette entro il 2050, in linea con la scienza”. Da Alex Rafalowicz, direttore esecutivo della Fossil fuel non-proliferation treaty initiative, arriva però un invito al pragmatismo: “Questo è un primo passo, ma le dichiarazioni da sole non saranno sufficienti. Dobbiamo basarci su questo risultato con azioni immediate e decisive e piani concreti”.
DA FUTURANETWORK.EU - EVOLVERSI PER MIGLIORARE L’IMPATTO: GLI OBIETTIVI DI “ONU 2.0”
Complessivamente il documento contiene 60 azioni. C’è l’impegno a promuovere politiche di adattamento per i Paesi in via di sviluppo, colpiti in modo sproporzionato dai danni ambientali. Si esprime preoccupazione per la povertà, la fame e le disuguaglianze, indicando che il loro superamento è un prerequisito per lo sviluppo sostenibile. Le proposte in tema di coesione sociale vengono però demandate al Secondo vertice mondiale per lo sviluppo sociale nel 2025. In ambito economico, di particolare valenza il passaggio in cui si riafferma la necessità di "sviluppare urgentemente misure di progresso sullo sviluppo sostenibile che integrino o vadano oltre il Pil".
Il Patto sottolinea l'importanza della cooperazione internazionale, con l’Onu al centro di un rinnovato multilateralismo. La Carta delle Nazioni Unite e il rispetto del diritto internazionale sono visti come fondamentali per affrontare le crisi contemporanee e per cogliere le opportunità offerte da scienza e tecnologia. Si evidenzia la necessità di allargare il Consiglio di sicurezza dell’Onu affinché sia maggiormente rappresentativo degli attuali membri delle Nazioni unite e sia più inclusivo dei Paesi in via di sviluppo.
Particolare attenzione è posta sulla necessità di rafforzare i diritti delle donne e delle ragazze, ritenuti essenziali per il progresso globale. Il Patto promuove inoltre un'economia più equa e sostenibile, con attenzione alla necessità di investimenti nei Paesi più poveri e vulnerabili. Gli Stati firmatari si impegnano a fornire supporto finanziario per colmare il divario di sviluppo e garantire che nessuno Stato o comunità sia lasciato indietro. Qui però occorre una precisazione: come già avvenuto con le riforme sociali, anche il tema della riforma dell’architettura finanziaria globale è rimandato a un altro vertice, la quarta Conferenza internazionale sul finanziamento dello sviluppo. La questione dei flussi finanziari illeciti e della criminalità organizzata transnazionale è affrontata con l’obiettivo di rafforzare le misure di contrasto e di prevenzione, assicurando che le risorse vengano impiegate per scopi legittimi.
In materia di sicurezza internazionale, il Patto riafferma l'impegno verso la pace e la prevenzione dei conflitti. Viene condannata ogni forma di terrorismo, mentre si rafforza l’impegno per prevenire le guerre nucleari, con un appello per l’eliminazione totale delle armi nucleari. Si esprime inoltre forte preoccupazione per l'impatto dei conflitti sui civili, promuovendo azioni concrete per la protezione dei più vulnerabili. Un passaggio cruciale è l’impegno affinché la spesa militare non comprometta gli investimenti nello sviluppo sostenibile. I governi chiedono al segretario Guterres di fornire un’analisi sul tema entro la fine della 79esima sessione dell’Assemblea generale.
Al momento tra le organizzazioni che hanno partecipato ai lavori preparatori del Summit prevale la prudenza. Non solo per la consapevolezza sull’attuale situazione geopolitica, da cui deriva il mancato accordo su questioni cruciali come la finanza sostenibile. Ma anche perché, come ricorda Anja Olin-Pape, head of Multilateral strategies presso la Global challenges foundation: “Il Summit è solo l'inizio. Sarà fondamentale dare seguito alle decisioni e garantirne l'implementazione. Dobbiamo anche cercare altre piattaforme e processi per continuare a far progredire queste questioni vitali”.
di Andrea De Tommasi
Copertina: Ansa
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