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Catene di fornitura sostenibili: il digitale sta aiutando i Paesi meno sviluppati

Redazione Ansa

La digitalizzazione ha il potenziale per trasformare il modo in cui le aziende possono raggiungere risultati economici, sociali e ambientali. Tecnologie come l'intelligenza artificiale, la blockchain, i big data e l'Internet of things possono contribuire a migliorare la sostenibilità della supply chain. In un articolo del 2 settembre il World economic forum lancia un monito importante: per evitare di aumentare il divario tra i Paesi, occorre includere tutti, soprattutto i Paesi meno sviluppati, dove i due terzi della popolazione è ancora offline, tagliata fuori dalle potenzialità della digitalizzazione. Supply chains digitalizzate possono contribuire a superare le preoccupazioni legate alla sostenibilità di questi Paesi, così come dimostrano i numerosi esempi dei progressi compiuti in molti Paesi in cui la digitalizzazione stia avvantaggiando le piccole imprese e gli agricoltori.

Dematerializzare il commercio

La digitalizzazione delle procedure commerciali è un meccanismo promettente per rendere il commercio e le supply chains inclusivi e rispettosi del clima. Ad esempio, la Commissione economica e sociale delle Nazioni Unite per l'Asia e il Pacifico stima che la completa digitalizzazione delle procedure normative relative al commercio potrebbe far risparmiare tra 32 kg e 86 kg di equivalenti di CO2 per ogni transazione end-to-end. Applicando questi dati alla regione dell'Asia e del Pacifico, in cui è stato condotto lo studio, si stima un potenziale risparmio di 13 milioni di tonnellate di CO2, equivalenti alla piantumazione di 439 milioni di alberi. A Vanuatu, nel sud dell’Oceano Pacifico, il progetto Electronic Single Window ha digitalizzato le procedure per il rilascio di certificati di sicurezza alimentare dei prodotti esportati da sei giorni a dieci minuti, con una riduzione del 95% della burocrazia e una riduzione dell'86% degli spostamenti fisici necessari per i processi di certificazione. Risultato? Emissioni di CO2 ridotte di 5.827 kg.

A Timor Est, nel Sud-est asiatico, l'introduzione di uno sportello unico elettronico ha comportato una riduzione del 90% dei viaggi fisici tra agenzie governative e un taglio dell'80% dei documenti doganali stampati. Grazie a questa riforma, Timor Est ha ridotto le sue emissioni di CO2 di 14.492 kg.


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Digitalizzazione dei processi aziendali

In Bhutan, sull'Himalaya orientale, l'ambizioso progetto “E-infrastructure for trade and services” ha supportato la transizione verso un ecosistema digitale di un intero settore, quello del commercio delle patate. Grazie alla digitalizzazione delle attrezzature è stato possibile implementare un sistema di aste elettroniche per le patate nella città meridionale di Phuntsholing, contribuendo ad aumentare la trasparenza dei prezzi e a ridurre i costi di transazione. Inoltre, l'iniziativa ha generato tempi di attesa più bassi e pagamenti più rapidi (da quattro giorni a quattro ore) e risparmi di 420 dollari per ogni camion di patate messo all'asta dagli agricoltori.

Migliorare la trasparenza

Le tecnologie digitali sono uno strumento importante anche per migliorare la trasparenza della catena di approvvigionamento, consentendo a rivenditori e consumatori di tracciare le varie fasi dell’approvvigionamento, dall'origine dei prodotti agli scaffali dei negozi. In Etiopia, il progetto pilota che coinvolge tre mulini da caffè nella regione di Sidama permette una tracciabilità migliorata e digitalizzata, aumentando la fiducia tra produttori e acquirenti. In Nepal, l'uso della tecnologia digitale per migliorare la tracciabilità della catena del valore del tè ha permesso agli agricoltori di ottenere la certificazione biologica, con un aumento dei guadagni, passati da 8 a 9,5 dollari al kg. In Ruanda, dove il caffè è una chiave di crescita economica del Paese, si sta sperimentando un progetto pilota che utilizza tecnologia blockchain e sistemi di tracciabilità digitalizzati per favorire le vendite di caffè da donne agricoltrici. Il progetto ha digitalizzato i registri di tracciabilità di circa mille donne coltivatrici di caffè. In questo modo chi acquista il caffè ha la certezza che il caffè sia stato pagato equamente o se il caffè è stato prodotto principalmente da donne agricoltrici. Questo permette un migliore accesso al mercato e promuove un commercio inclusivo.

Questi esempi, sottolinea il World economic forum, dimostrano che le piccole iniziative possono fornire risultati tangibili e, se collegate a iniziative più grandi, come il “Framework Agreement on Facilitation of Cross-border Paperless Trade in Asia and the Pacific” o il “Digital Trade for Africa”, possono fare la differenza e avere un impatto trasformativo.

di Tommaso Tautonico

 

Fonte copertina: perfectpixelshunter, da 123rf.com

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