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In Italia è cruciale integrare politiche per il lavoro e strumenti di welfare

Redazione Ansa

I progressi a livello globale per il raggiungimento del Goal 8 “Lavoro dignitoso e crescita economica” dell’Agenda 2030 sono stati ostacolati dalla pandemia, dalle tensioni geopolitiche, dai conflitti in corso e dalla crescita del debito nei Paesi in via di sviluppo.

Come evidenzia il Rapporto ASviS 2024, ancora oggi due miliardi di persone non godono dinessuna forma diprotezione sociale poiché sono impiegati nell’economia informale, un fenomeno particolarmente preoccupante nei Paesi in via di sviluppo dove nove lavoratori su dieci si trovano in questa situazione. Nel 2023 il numero di lavoratori poveri è cresciuto di un milione, mentre quello dei lavoratori in povertà moderata è aumentato di 8,4 milioni. Un giovane su cinque, inoltre, non studia, non si forma e non ha un impiego. Allo stesso tempo, il tasso globale di disoccupazione ha raggiunto un minimo storico, con solo il 5% della popolazione senza lavoro. Inflazione e costo della vita sono i temi che preoccupano maggiormente la popolazione, come rileva un’indagine Ipsos condotta in 29 Paesi.

Anche in Italia le principali preoccupazioni sono di carattere economico, in particolare su disoccupazione, lavoro e inflazione: come conferma il Rapporto dell’Osservatorio europeo sulla sicurezza realizzato da Demos & Pi e Fondazione Unipolis, il 30% degli italiani indica come principale fonte di incertezza il timore di “non avere abbastanza soldi per vivere”.

Nel nostro Paese si registrano miglioramenti, anche se di entità limitata, per l’indice composito del Goal 8. Tra il 2010 e il 2023 il tasso di occupazione è aumentato di quasi sei punti percentuali: questa crescita, tuttavia, non permetterebbe di raggiungere l’obiettivo Ue del 78% entro il 2030, a meno che non si verifichi una forte accelerazione. Infatti, secondo le stime di Prometeia, con cui l’ASviS ha collaborato per la prima volta per fornire previsioni al 2030, il tasso di occupazione raggiungerà il 71% alla fine di questo decennio. Inoltre, il dato appare ancora fortemente insoddisfacente per le donne, il cui tasso di occupazione si attesta al 53,5%, rispetto al 71,1% degli uomini.

Negli ultimi cinque anni si registra una diminuzione nella percentuale di Neet, giovani che non sono occupati né inseriti in un percorso di istruzione o formazione, di circa sette punti percentuali: continuando così l’Italia potrebbe raggiungere l’obiettivo di ridurre la quota di Neet al di sotto del 9% entro il 2030. È un obiettivo che l’Italia non può permettersi di mancare in quanto il capitale umano delle giovani generazioni rappresenta il futuro del Paese.

Un miglioramento si registra anche nella quota di investimenti fissi sul Prodotto interno lordo (Pil) che dal 2014 al 2023 migliora, raggiungendo il 22,2%, anche se secondo le previsioni di Prometeia nel 2030 si ridurrà di un punto percentuale rispetto al 2023. Cala, invece, la produttività.

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di Sofia Petrarca

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