CEOforLIFE

Intervista al CEOforLIFE Danilo Vivarelli, Amministratore Delegato IRIDEOS

Redazione Ansa

L’inaugurazione del nuovo data center di IRIDEOS, che si aggiunge agli altri due di Avalon Campus, rappresenta un passo importante per Milano e per tutta l’Italia, come hanno sottolineato gli ospiti intervenuti l’11 novembre in occasione della sua inaugurazione.

L’11 novembre è stato inaugurato Avalon 3, il nuovo data center di IRIDEOS che rappresenta infatti un passo fondamentale verso la costituzione di quella “smart land” iperconnessa in grado di offrire servizi digitali di valore a cittadini e imprese. E non è un caso se il nuovo data center ha nell’iperconnessione uno dei suoi tratti distintivi, come ha sottolineato Danilo Vivarelli, CEO di IRIDEOS, anche in una videointervista: “Avalon 3 è un’estensione di Avalon Campus, il più grande punto di interconnessione dell’Italia e del Sud Europa. La sua apertura è molto importante per il territorio, per Milano e per la Lombardia, ma anche per tutto il sistema Paese. Abbiamo costruito Avalon 3 con il supporto degli azionisti F2i e Marguerite che ci hanno consentito di affrontare un investimento da 30 milioni di euro, dando vita a un data center moderno ed efficiente, iperconnesso alle reti Internet nazionali e internazionali, che costituisce un volano per servizi avanzati come l’intelligenza artificiale, i big data e il cloud di prossimità. Tutti accomunati dalla necessità di efficienti scambi di dati tra reti diverse”.

È un datacenter iperconnesso, quindi è importante per chi vorrà interconnettersi agli altri operatori già presenti all’interno dell’Avalon Campus, ma è anche altrettanto importante per le imprese che vogliono mettere i propri apparati per costruire le proprie architetture di cloud ibrido all’interno di uno spazio sicuro e certificato Rating 4, quindi ai massimi livelli di certificazione per sicurezza e resilienza.”

 

Un asset strategico per la quarta rivoluzione industriale

Avalon 3 gode dei più alti standard di mercato, con certificazioni Uptime Institute Tier IV, ANSI TIA/942 Rating 4 e LEED Core & Sheell Gold per la sostenibilità. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, oltre a essere alimentato al 100% da energie rinnovabili, è stato costruito con materiali e tecnologie classificati, appunto, ai massimi livelli dei parametri LEED (Leadership in Energy and Environmental Design). Con una capacità di 500 rack (che insieme ad Avalon 1 e Avalon 2, gli altri data center di Avalon Campus, diventano 2.600) e 3,2 MW di potenza IT, può ospitare gli apparati o anche interi data center dei clienti, che da qui possono accedere ai cloud pubblici, costruire architetture ibride per accelerare i processi di digitalizzazione e interconnettersi con i 165 operatori, Over the Top, piattaforme di streaming e cloud provider già ospitati nell’Avalon Campus. Andrea Rangone, Professor Digital Business and Entrepreneurship del Politecnico di Milano, intervenendo all’inaugurazione del nuovo data center, ha collocato il progetto nel contesto della quarta rivoluzione industriale che stiamo vivendo: “Le infrastrutture digitali sono un asset strategico per il Paese. Le reti e i data center sono gli abilitatori di questa trasformazione digitale, un po’ come lo sono stati aeroporti e autostrade nel secolo scorso. Nei prossimi decenni dobbiamo guardare a queste infrastrutture che abilitano la digitalizzazione di imprese e pubbliche amministrazioni, spingendo l’adozione dei servizi digitali, che diffondono competenze e la crescita di figure professionali avanzate, che aumentano l’attrattività del paese per gli investimenti diretti esteri. Un data center iperconnesso come quello di IRIDEOS diventa uno snodo importante sul territorio di questa infrastruttura digitale, perché favorisce uno dei fattori più importanti nello scenario attuale: lo scambio di informazioni. Ben vengano, dunque, investimenti da privati che abilitano questo percorso di trasformazione”.

 

Gli investimenti del PNRR e il bisogno di semplificazione

Questi investimenti si inseriscono nel quadro più ampio delineato dal PNRR, su cui ha fatto il punto Stefano Parisse, COO del Dipartimento per la Trasformazione Digitale: “Su 40 miliardi di risorse sul digitale, sono stati investiti già 6 miliardi e altri 2 miliardi stanno per essere investiti per favorire la migrazione della pubblica amministrazione. Tutti questi ‘mattoncini’ devono portare a una rivoluzione sociale, che riguarda i lavoratori e i cittadini. In base all’indice Desi stiamo progredendo, sebbene siamo ancora indietro sui servizi digitali della pubblica amministrazione e sulle competenze del capitale umano. Ci sono 20 mila amministrazioni pubbliche locali da trasformare digitalmente e l’aspetto positivo è che il 98% dei Comuni ha richiesto una misura in questa direzione. Le risorse finanziarie ci sono, ma serve uno sforzo di sistema e, in parallelo, bisogna investire sul capitale umano”. Agostino Santoni, Vice Presidente di Confindustria con delega al Digitale, ha confermato dal proprio punto di vista le parole di Parisse, mettendo in evidenza che a mancare oggi non sono tanto le risorse economiche, quanto piuttosto la semplificazione nei processi in grado di mettere a terra velocemente il contenuto del PNRR. “Finora abbiamo fatto bene sull’hardware – ha detto Santoni -, basti pensare alle reti elettriche e al fatto che oggi ci sono 32 milioni di smart meter presenti nelle nostre case. Proviamo a immaginare che cosa accadrebbe se tutte le infrastrutture fisiche venissero digitalizzate. È giunto il momento di mettere insieme digitale e transizione verde. La buona notizia è che abbiamo i soldi per farlo, ma occorre compiere il più grande progetto di formazione per il digitale. E occorre semplificazione, immaginare un paese più semplice”.

 

L’infrastruttura di rete che serve per un mondo che cambia

Lungo questo percorso il contributo di aziende come Retelit per lo sviluppo delle reti risulta essenziale. Federico Protto, CEO della società, ha spiegato quanto l’evoluzione delle tecnologie di costruzione della fibra ottica, ad esempio, sia importante per l’accessibilità alle 3 principali direttrici che attraversano l’Italia: tirrenica, appenninica e adriatica. Quella di IRIDEOS, che si estende per oltre 30 mila km lungo le principali autostrade e la dorsale adriatica, è un esempio virtuoso in tal senso. “Dorsali e backhauling sono fondamentali – è stato il commento di Mario Mella, Direttore tecnologie di DAZN – in uno scenario di grande cambiamento come quello attuale. Oggi parliamo di qualche milione di dispositivi connessi contemporaneamente, ma dobbiamo cominciare a ragionare di ordini di grandezza molto superiori. E per evitare che ogni operatore sviluppi tecnologie proprietarie, i data center assumono un ruolo cruciale”. Come nel caso dei data center di IRIDEOS a Roma, Verona e Trento, ma soprattutto del nuovo data center Avalon 3 che – insieme agli altri di Avalon Campus – si candida a fungere da snodo per lo scambio di dati tra reti differenti.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it