CEOforLIFE

Intervista al CEOforLIFE Maurizio De Cicco, Presidente e Amministratore Delegato Roche Italia

Redazione Ansa

125 anni di Roche Italia, un traguardo importante per un'Azienda che è vissuta e cresciuta attraversando tre secoli. Quali sono gli ingredienti di questo successo?

Sono fermamente convinto che siano sempre le persone a fare la differenza in tutte le storie di successo, siano esse imprenditori visionari, scienziati, esperti del settore o semplicemente tutti coloro che ogni giorno varcano la soglia dei nostri uffici o lavorano sul territorio. In Roche siamo portati a dare di più perché sentiamo che il nostro lavoro fa davvero la differenza nella vita delle persone. Siamo mossi da una continua spinta all’innovazione sia in termini di ricerca scientifica sia di studio di modelli all’avanguardia per essere al servizio del sistema e fare in modo che i pazienti usufruiscano delle soluzioni diagnostiche e terapeutiche nella maniera più efficace ed efficiente possibile.

Lo scorso ottobre il Ministro dello Sviluppo Economico ha rilasciato un francobollo celebrativo per i nostri 125 anni in Italia. Si tratta della prima volta per un’azienda operante nel settore diagnostico e farmaceutico. Per l’occasione abbiamo avviato l’iniziativa “Mandaci una cartolina” in cui chiediamo a tutti gli interlocutori di farci avere i loro pensieri e idee per la salute del futuro tramite il sito roche125anni.it 

C’è un episodio particolarmente significativo della sua vita in Roche?

Potrei raccontare tanto della mia storia in Roche Italia che dura da oltre 40 anni. Uno degli episodi che più mi ha segnato, come credo a molti di noi, è stata l’emergenza pandemica. Ci siamo trovati di fronte a qualcosa di inaspettato e fuori dall’ordinario, ma abbiamo avuto la capacità di reagire con prontezza. Abbiamo la responsabilità della salute di milioni di pazienti e in quel momento il nostro supporto era sicuramente necessario. Ci siamo mobilitati immediatamente facendo tutto il possibile per sostenere la comunità e tutto il sistema sanitario. C’erano a rischio le vite di tante persone e insieme a tutti gli interlocutori, compresa la comunità scientifica, abbiamo lavorato per trovare la strategia migliore per poterne salvare il più possibile.

Roche è sempre stata in prima linea sul tema della responsabilità sociale. Su quali linee di azione sta puntando l’Azienda?

Per noi il tema centrale è quello della sostenibilità sia essa intesa in termini economici, sociali o ambientali in linea con i criteri definiti dall’ESG. In 125 anni di presenza in Italia, le tre realtà del Gruppo Roche (Pharma, Diagnostica e Diabetes Care) hanno tradotto questo l’impegno verso i pazienti e la comunità in soluzioni innovative per la salute, investendo moltissimo nella ricerca scientifica e puntando sempre sul coraggio di andare oltre. Il valore può essere riconosciuto solo se è condiviso, cioè se comprendiamo che la malattia non riguarda solo il paziente ma la società nella sua interezza, che la cura è il frutto di un grande lavoro di rete, di co-progettazione dove tutti gli attori - dalle associazioni di pazienti alle istituzioni, dagli scienziati alle imprese – devono avere un ruolo attivo. Anche dialogare con il terzo settore è estremamente importante se consideriamo un approccio globale alla salute, proprio perché le realtà che ne fanno parte hanno come valore fondativo il perseguimento del benessere delle persone e delle comunità. Tutto questo implica agire per l’inclusione, la solidarietà e la partecipazione. Collaboriamo con tantissime associazioni su progetti di prevenzione, promozione di corretti stili di vita, sostegno e inclusione delle persone più fragili andando oltre l’assistenza. Lavoriamo per la creazione di terreni comuni per consentire di mettere a fattor comune competenze e risorse complementari.

Che progetti sostenete? In quali aree?

Siamo impegnati in moltissime altre attività dalla forte valenza sociale. Una delle più importanti è Screening Routine, un’iniziativa per promuovere la prevenzione e la diagnosi sul tumore al seno. A causa della pandemia, abbiamo assistito a un calo di questa importante attività. Sono tanti gli studi e i dati che parlano di un calo significativo delle diagnosi durante la pandemia e questo si potrebbe tradurre in un aumento della mortalità a 5 anni tra l’8 e il 9%. Quindi con l’obiettivo di contribuire a ridare priorità e rilanciare lo screening mammografico, insieme a Fujifilm, abbiamo deciso di donare dei mammografi di ultima generazione a diverse strutture sanitarie in tutta Italia e promuovere una campagna di informazione e sensibilizzazione per invitare le donne a una sana e costante screening routine. Questo ha contribuito a rilanciare l’attività di screening soprattutto nei centri dove sono state attivate sinergie e collaborazioni con associazioni pazienti a livello locale e/o iniziative speciali. Un'altra iniziativa importante è #afiancodelcoraggio il premio letterario giunto quest’anno alla sesta edizione e che ha l’obiettivo di dare voce ai caregiver uomini di persone che affrontano un percorso di cura di patologie oncologiche. È un premio che fin dagli esordi ha avuto l'ambizione di voler cambiare la lente attraverso cui guardare all'esperienza della malattia, raccogliendo il punto di vista inusuale di uomini, papà, compagni, mariti, figli, amici che sono a fianco del coraggio di donne con malattia oncologica. In un contesto mutato e reso ancora più drammatico dai grandi eventi che ci colpiscono, dare voce a storie di speranza e di sorprendente normalità, a sentimenti profondi e quotidiani come la gioia, la paura, il dolore, la rabbia, diventa una responsabilità sociale verso quella che è la nostra storia collettiva come comunità.

Che cosa significa per lei essere un CEOforLIFE?

Penso che la cosa più importante per un CEO sia lasciare un segno positivo tangibile per il benessere sociale, un’impronta nella vita delle persone, specialmente per un’azienda come la nostra che si occupa di salute.

Quello in cui mi impegno profondamente, attraverso il lavoro in questa grande azienda e le tante attività che portiamo avanti, è costruire le basi per un futuro prospero e ricco di opportunità per le future generazioni.

Questa convinzione si rafforza ulteriormente se pensiamo allo statement di Roche “Portare le migliori soluzioni ai pazienti, il più velocemente possibile in maniera sostenibile per il Paese”.  Ovviamente facciamo questo promuovendo anche iniziative sociali pensate per i più fragili.

Per me essere al vertice di Roche vuol dire trasmettere all’organizzazione questi obiettivi e far sì che tutti si muovano in questa direzione con volontà e passione.

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