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Intervista a Biancamaria Cavallini, Board Member & Operations Director, Mindwork

Redazione Ansa

Il benessere psicologico è un tema oggi centrale. In azienda come fuori. Ma perché è diventato così essenziale occuparsene?
La risposta che viene spesso data richiama la Pandemia come acceleratore di una consapevolezza sul tema. È senz’altro vero, ma è anche una risposta parziale.
Oggi stiamo vivendo una profonda trasformazione del lavoro e le persone ne stanno riscrivendo il senso. Si stanno mettendo in discussione le modalità di lavoro, il ruolo della propria professione nel più ampio concetto di vita e, soprattutto, si sfidano le aziende a fare sempre di più. Ecco allora che il benessere psicologico diventa una leva strategica sia in ottica di attraction e retention, sia in ottica di engagement delle persone. Nonché di sostenibilità e impatto sociale del business. 
Secondo i dati 2023 dell’Osservatorio con il quale, insieme a BVA Doxa, ogni anno fotografiamo il benessere psicologico nelle aziende italiane, 1 persona su 2 lascia il lavoro per motivi legati a malessere psicologico, evidenziando un trend che non può essere ignorato: le persone - a lavoro come fuori - vogliono stare bene e non hanno più intenzione di scendere a patti con il proprio benessere A ciò, si aggiunge che 6 persone su 10, nel momento in cui cercano un nuovo impiego, valutano un’azienda anche sulla base della sua attenzione alla dimensione mentale. E infine, che l’80% ritiene che le aziende che investono nel benessere delle proprie persone contribuiscono alla sostenibilità del business.

In questo scenario, che ruolo ha la leadership?

In Mindwork raccontiamo spesso che il benessere psicologico parte dalla “testa”. Con questo gioco di parole intendiamo sia la centralità della salute psicologica nel più ampio concetto di salute, sia il ruolo essenziale che la leadership ha nel promuovere il benessere organizzativo. Senza un impegno da parte di CEO e C-level, infatti, le iniziative che vengono messe in campo rischiano di rimanere soluzioni episodiche e, per questo, poco efficaci.
Serve un coinvolgimento che parta dalla “testa” dell’azienda, appunto, e che renda manager e responsabili i primi sostenitori di una cultura organizzativa inclusiva della dimensione mentale. È senz’altro una sfida. Attualmente c’è infatti un gap nelle competenze che i leader e le leader hanno nel gestire gli aspetti più emotivi e psicologici delle persone. Ecco perché serve formare chi ha ruoli di responsabilità a una leadership che in Mindwork chiamiamo “a misura di benessere psicologico”. Un modello che abbiamo ideato proprio con l’obiettivo di sostenere i leader e le leader nell’evoluzione del loro ruolo. Un programma già scelto da realtà come Mondelēz, Haleon e OVS e che si configura come una risposta concreta alle raccomandazioni del 2022 dell’OMS, che per la prima volta nella storia ha formalmente sollecitato le organizzazioni a formare manager e dirigenti con l’obiettivo di renderli in grado di prevenire ambienti di lavoro stressanti. E, di conseguenza, promuovere attivamente il benessere psicologico delle loro persone. 

Accanto al coinvolgimento attivo di CEO e C-level, come ritenete che il benessere psicologico possa essere promosso con successo in azienda?
È necessario lavorare in maniera sinergica su più livelli: partire dalla leadership, certo, ma poi scendere e muoversi trasversalmente. Servono servizi di ascolto e supporto psicologico rivolti all’intera popolazione organizzativa, iniziative di formazione e sensibilizzazione, strumenti di misurazione e analisi, costante comunicazione interna per ricordare le attività in essere e fare divulgazione sul tema. L’approccio è necessariamente integrato e complesso. Deve calarsi altresì sulla singola realtà organizzativa e offrire soluzioni su misura. Ed è per questo che come Mindwork lavoriamo fianco a fianco a CEO e HR, con l’obiettivo di costruire insieme programmi che abbiano un reale e tangibile impatto sulle persone in azienda. Crediamo che promuovere il benessere psicologico nelle organizzazioni sia un percorso, non un’insieme di iniziative. Un percorso da costruire e portare avanti necessariamente insieme. 

Alla luce di quanto raccontato, che valore aggiunto ha per voi la partnership con CEOforLIFE?
CEOforLIFE è una community di CEO e in quanto tale, il luogo ideale per promuovere una concezione di benessere psicologico integrata, che parta realmente dalla “testa”. 
Le tavole rotonde di CEOforLIFE sono per noi l’opportunità di incontrare Amministratori Delegati e Amministratrici Delegate con cui confrontarsi circa l’importanza di costruire organizzazioni sostenibili da un punto di vista sociale. Da poco, Mindwork è diventata Società Benefit e tra i nostri obiettivi c’è sviluppare iniziative in sinergia con le aziende per favorire azioni mirate a migliorare il benessere psicologico dell’intera società. A ciò, si aggiunge il nostro impegno per promuovere politiche aziendali e modelli di governance attenti allo sviluppo di una cultura aziendale inclusiva e crediamo che CEOforLIFE sia un partner strategico in questa direzione. 

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