CEOforLIFE

Intervista a Mario Alessandra, Founder & CEO, Mindwork

Redazione Ansa

Mindwork è diventata Società Benefit. Da quale bisogno nasce questa scelta?

In Mindwork, da sempre, crediamo che la promozione del benessere psicologico in azienda sia un valore imprescindibile in grado di generare un impatto positivo, non solo sul piano organizzativo e personale, ma anche a livello sociale e umano.
È a partire da questa consapevolezza che abbiamo scelto di prendere un impegno formale in questa direzione, trasformando Mindwork in Società Benefit. 
Diventare Società Benefit ci ha reso la prima società italiana di questo tipo a offrire consulenza per il benessere psicologico e servizi di supporto psicologico online esclusivamente per le aziende.
Grazie a una piattaforma tecnologica proprietaria e a un team di più di 100 professionisti, basati in oltre 15 paesi, affianchiamo le aziende nella promozione del benessere psicologico, proponendo altresì servizi di formazione finalizzati ad allenare le dimensioni dello stare bene e sostenere la leadership nel prendersi cura della sfera emotiva delle persone. 
Attraverso attività di comunicazione e sensibilizzazione, ci impegniamo ad avere un impatto positivo sulla cultura organizzativa, per potenziare l’attrattività delle aziende verso talenti, clienti e capitali, facendo del benessere psicologico una vera e propria leva strategica.
Alla luce di ciò, si evince come la nostra attività sia in realtà intrinsecamente ad alto impatto sociale. Diventare Società Benefit ci è sembrato un passo naturale, una diretta conseguenza della nostra volontà di assumere sempre di più un impegno - tanto formale quanto concreto - per migliorare il benessere psicologico delle persone, dentro e fuori le aziende.


Dal punto di vista pratico, in termini ad esempio di dichiarazione non finanziaria (aka bilancio di sostenibilità) cosa cambia per le aziende che usufruiscono dei vostri servizi?


Come sappiamo, il decreto legislativo n. 254 del 03 dicembre 2016 (il "Decreto DNF") - che ha dato attuazione alla direttiva 2014/95/UE (la "Direttiva DNF") - prevede per gli enti di interesse pubblico (banche, assicurazioni, società quotate su mercati regolamentati, sgr, sim, sicav, ecc.) che raggiungano determinati limiti dimensionali di ricavi e stato patrimoniale redigano per ogni esercizio finanziario una dichiarazione individuale di carattere non finanziario ("Dichiarazione Non Finanziaria", "DNF").
La Direttiva DNF, in particolare, afferma che “le informazioni fornite nella dichiarazione possono riguardare le azioni intraprese per garantire l'uguaglianza di genere, l'attuazione delle convenzioni fondamentali dell'Organizzazione internazionale del lavoro, le condizioni lavorative, il dialogo sociale, il rispetto del diritto dei lavoratori di essere informati e consultati, il rispetto dei diritti sindacali, la salute e la sicurezza sul lavoro e il dialogo con le comunità locali, e/o le azioni intraprese per garantire la tutela e lo sviluppo di tali comunità”. Ossia tutti elementi che immediatamente richiamano, tra le altre, azioni e iniziative in tema di benessere psicologico. 
Non è un caso che molti dei nostri clienti già inseriscono le attività che insieme svolgiamo per il benessere psicologico delle loro persone nella dichiarazione non finanziaria. Dal supporto psicologico, passando per la formazione alla leadership, le iniziative di comunicazione e sensibilizzazione, fino al supporto alla genitorialità e alle attività in ottica di DE&I.
Quando si parla di ESG (Environment, Social, Governance) - spesso si pensa che il benessere psicologico afferisca solo agli aspetti Social ma in realtà il benessere psicologico interseca tutte e tre le lettere dell’acronimo. È correlato alla E - dal momento che il cambiamento climatico impatta profondamente sulla salute psicologica delle persone (si pensi all’eco-ansia, ad esempio) - quanto alla G - dal momento che, ad esempio, alcuni nostri clienti attivano formazioni specifiche sulla leadership femminile proprio per far crescere figure da inserire nel top management e, da un punto di vista pratico, poter così ottenere la certificazione per la parità di genere (UniPdR 125/2022)


Quali benefici a lungo termine prevedete che questa nuova struttura porterà non solo a Mindwork, ma anche alle vostre persone, ai clienti e alla società in senso ampio? In che modo misurerete il successo di queste iniziative?

Abbiamo obiettivi ambiziosi, sia in termini di persone raggiunte con i nostri servizi sia, in particolare, di accesso al nostro supporto psicologico, cui hanno accesso diretto o indiretto già oggi oltre trecentomila persone. Ambiamo ad avere una ricaduta positiva sulla società potendo altresì contribuire a rimuovere lo stigma sulla salute mentale. 
A ciò, si aggiunge il nostro impegno per continuare a offrire compensi adeguati alla professionalità per ogni psicologo/a del nostro team, nonché la volontà di investire in ricerca e sviluppo di soluzioni innovative per garantire sempre l’accesso al supporto psicologico del miglior livello. Abbiamo l’obiettivo di giungere, passo dopo passo e insieme alle aziende, ad una vera e propria “società del benessere psicologico”.
Lungo tutto il processo, sarà nostra cura misurare costantemente l’impatto e il successo delle nostre iniziative, attraverso metriche sia quantitative (es. numero di persone che ricevono supporto psicologico e/o psicoeducazione), che qualitative (es. soddisfazione delle persone, miglioramento della collaborazione, ecc). Vogliamo altresì coinvolgere tutti gli stakeholder per ottenere feedback e registrare l'impatto percepito delle nostre iniziative, con la volontà di continuare a migliorarci.


Nello scenario descritto come si inserisce il lavoro con CEOforLIFE?


CEOforLIFE, in quanto comunità di CEO, rappresenta il contesto ideale per promuovere una visione integrata e sostenibile del benessere psicologico, partendo effettivamente dalla “testa”. Viviamo un contesto estremamente incerto dal punto di vista economico, geopolitico, ambientale, tecnologico e sociale, pertanto il ruolo delle aziende nel farsi portatrici di valori orientati a garantire l’esistenza delle stesse e di ogni individuo, è oggi più che mai centrale. CEO che abbiano il coraggio di essere rilevanti e avere un peso, non solo al fine di garantire la profittabilità dell’azienda che guidano, ma anche per garantire sostenibilità sociale e umana.
Infine, CEO che abbiano il coraggio di ascoltare sé stessi o sé stesse, le proprie persone e i propri pari. Un ascolto autentico che guardi agli altri e alle altre prima di tutto come persone.
È quindi evidente quanto CEOforLIFE sia per noi un canale di dialogo costante in cui promuovere una trasformazione culturale inclusiva del benessere psicologico come leva strategica per il business e per la crescita delle persone.

 

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