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Trivelle: Greenpeace, un sì per rottamare le fonti fossili

Azioni a Roma, Torino e Venezia

Redazione Ansa

Striscioni Greenpeace a Roma, Torino e Venezia per ribadire il sì al referendum sulle trivelle di domenica 17 aprile. A Roma sono stati aperti due enormi striscioni a Ponte Sisto, sul Tevere, dove si poteva leggere "Stop trivelle" e "Il 17 aprile vota Sì". A Torino gli attivisti hanno calato uno striscione da Ponte Vittorio Emanuele I, sul Po, con la scritta "L'Italia non si trivella". Azione analoga a Venezia, sul Ponte degli Scalzi con la scritta "Meno petrolio, più rinnovabili".

Greenpeace ha scelto di concludere la campagna referendaria in tre grandi città per sostenere il quorum e per sottolineare che il quesito referendario interessa anche quei luoghi che geograficamente non sono così vicini ai tratti di mare direttamente interessati dalle trivellazioni offshore.

L'associazione ambientalista ritiene infatti che questo voto non riguardi solo le regioni costiere. "Il 17 aprile - affermano - c'è in gioco l'indirizzo energetico del Paese e il mare che oltre a essere un inestimabile tesoro naturale è anche una componente essenziale del turismo italiano, il bene primario del settore della pesca e di tutto il suo indotto, un'importante componente della nostra alimentazione e della nostra economia".

''Domenica 17 aprile si confronteranno due parti. Una invita all'astensione per difendere 88 vecchie piattaforme che inquinano i nostri mari, producono pochissimo, occupano meno di 80 persone e versano nelle casse pubbliche solo spiccioli.

Un'altra parte pensa che l'Italia debba lasciarsi alle spalle queste vecchie carrette e che occupazione e sviluppo si possano perseguire solo con rinnovabili, efficienza energetica e reti intelligenti. Serve solo un Sì", dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace.

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