(ANSA) - ROMA, 20 GIU - La siccità in Sicilia è così grave
che l'Autorità di bacino della Regione ha messo all'ordine del
giorno "la ripresa dei prelievi idrici da pozzi contaminati da
nitrati, previa la depurazione delle acque prima del loro
utilizzo. Ciò potrà interessare soprattutto le zone turistiche,
dove sono attesi oltre 10 milioni di ospiti nel periodo di alta
stagione". Lo rende noto in un comunicato l'Anbi, l'associazione
nazionale dei consorzi di bacino.
"E' presumibile che l'acqua rimanente in oltre la metà dei
bacini della Sicilia sia di fatto inutilizzabile", spiega
Massimo Gargano, direttore generale di Anbi. Quanto alle falde,
si sono pericolosamente abbassate.
Secondo quanto pubblicato dall'Autorità di bacino del
distretto idrografico della Sicilia al 27 Maggio, dei 288,95
milioni di metri cubi allora trattenuti dalle 29 dighe
dell'Isola, l'acqua realmente disponibile nei bacini (dalla
capacità già ridotta dall'incuria per la grande presenza di
sedime sui fondali) era poco più della metà (154,23 milioni di
metri cubi), dovendo sottrarre i volumi destinati alla
sopravvivenza dell'ittiofauna, quelli di sicurezza dell'invaso e
quelli destinati ad un'accelerata evaporazione. Nel dettaglio,
in 11 dei 29 grandi serbatoi siciliani, il volume utilizzabile
oscillava tra 0 ed 1 milione di metri cubi, mentre in altri
cinque era tra 1 e 2 milioni.
Alle pendici dell'Etna l'abbassamento della falda è stimabile
in 20 metri. La falda di Fiumefreddo, da cui dipende
l'approvvigionamento idrico del 70% della città di Messina, si è
abbassata di almeno 15 metri, ed il livello si è pericolosamente
avvicinato a quello sotto il quale non si può più prelevare.
"Quanto si sta registrando in Sicilia, ma che
progressivamente sta risalendo dal Meridione all'Italia centrale
- scrive il presidente dell'Anbi, Francesco Vincenzi -, ha
caratteristiche peggiori delle scorse, grandi siccità del Nord".
(ANSA).
Anbi, in Sicilia si valuta uso di acqua da pozzi contaminati
"Previa depurazione. Bacini e falde semivuoti"