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Rinnovabili: atteso oggi via libera su 'moratoria' in Sardegna

Improbabile voto bipartisan su stop per 18 mesi a nuovi impianti

Redazione Ansa

(ANSA) - CAGLIARI, 02 LUG - Riprende nell'Aula del Consiglio regionale il dibattito sul disegno di legge della giunta che sospende per 18 mesi in Sardegna la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Il via libera è atteso in giornata, i più ottimisti nella maggioranza sperano di chiudere entro le 14.
    In Aula gli assessori della giunta, ma non la presidente Todde, impegnata in queste ore a Olbia e attesa poi a Cagliari in Consiglio. Fuori dalle porte un piccolo gruppo di rappresentanti del coordinamento dei comitati contro la speculazione energetica che sperava di poter assistere alla seduta.
    È in salita l'ipotesi di un voto finale bipartisan, come auspicato dalla maggioranza per dare forza alla cosiddetta 'moratoria', comunque a rischio di impugnazione per incostituzionalità, ma utile per prendere tempo e definire la mappa delle aree idonee, oltre a scrivere il piano energetico regionale.
    Negli interventi dell'opposizione nella discussione generale dell'articolo 2, il cuore dei divieti, continuano le critiche già evidenziate e si respira l'orientamento all'astensione, anche perché il centrosinistra allargato al M5s ha già fatto sapere di non voler accogliere alcuni emendamenti, in particolare di Fdi. È Paolo Truzzu, capogruppo del partito di Giorgia Meloni, a illustrare i dubbi: "Ci sono deroghe molto specifiche elencate nel ddl, viene il dubbio che ci siano casi particolari che si vuole tutelare", sottolinea.
    Un articolo giudicato "ridondante" perché i divieti sono già previsti in altre norme. E incompleto perché "non si è avuta la volontà di sfidare lo Stato, serve inserire un parere urbanistico obbligatorio e vincolante, ma voi non ne volete sapere", dice Truzzu alla maggioranza. E poi ascoltare la voce delle comunità locali, "attraverso la richiesta di una compatibilità urbanistica per i progetti già presentati, in modo da poter chiedere la variante urbanistica e discuterne". (ANSA).
   

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