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L'analisi rating Esg, 'auspicabile autoregolamentazione agenzie'

Lo studio Fin-Gov dell'Università Cattolica

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 20 MAG - Modelli di business differenziati e non sempre caratterizzati da trasparenza, ma anche l'utilizzo di metodologie diverse e la scarsa qualità dei dati di base. Sono alcune delle principali criticità relative ai rating Esg, emerse da uno studio elaborato da Alfonso Del Giudice (Università Cattolica), Carmen Gallucci (Università di Salerno), e Rosalia Santulli (Università di Genova), per Fin-Gov, il centro di ricerche finanziarie sulla corporate governance dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, diretto dal professor Massimo Belcredi.
    L'analisi è basata sui rating elaborati nell'anno 2021 da tre diverse agenzie per 1.766 imprese, di cui 985 quotate in Europa (61 in Italia), 767 negli Stati Uniti e le rimanenti 14 società in altri continenti. Dallo studio emerge una divergenza nell'adozione degli strumenti di valutazione che finisce per tradursi in una "bassa comparabilità tra i punteggi e i giudizi emessi dai provider", alimentando così "maggiore confusione in merito alla sostenibilità più che contribuire all'efficienza del mercato".
    La maggiore criticità che si affronta in questo momento è la "scarsa convergenza che si osserva tra i rating prodotti dalle diverse agenzie", spiega Del Giudice. "La scarsa convergenza nei giudizi di diverse agenzie non è un male in sé, lo diventa se è frutto di problemi metodologici. Bisogna - prosegue - mettere quindi intorno ad un tavolo i regolatori, gli investitori e le agenzie di rating per arrivare a una sorta di autoregolamentazione nel definire delle metriche comuni da utilizzare nella valutazione dei parametri principali che riguardano la sostenibilità". (ANSA).
   

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