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Le Pmi più sostenibili ricevono più credito e hanno meno default

ESG Outlook di Crif; 'ma il 40% è ancora inadeguato'

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 23 SET - Le Pmi più attente alla sostenibilità ricevono più facilmente credito dalle banche: "nella seconda parte del 2023 i finanziamenti sono stati superiori dell'11% alla media. Al contrario, le Pmi con un punteggio Esg molto basso hanno visto una riduzione del 6% nel tasso di erogazione". Lo sottolinea il Crif nella sua analisi ESG Outlook, giunta alla sua seconda edizione.
    Nel 2023 il 40% delle Pmi mantiene un basso/molto basso livello di adeguatezza Esg, mentre grandi aziende hanno registrato un miglioramento significativo. Crif ha rilevato che i tassi di default si riducono con l'aumentare dell'adeguatezza Esg. In particolare, emerge che, nel secondo semestre del 2023, i finanziamenti con maggior adeguatezza Esg hanno un tasso di default minore del 34% rispetto alla media, mentre la classe Esg peggiore presenta un tasso di default superiore dell'11%.
    L'analisi per settore mostra una maggiore adeguatezza ambientale delle Pmi di immobiliare, leisure e consulenza e professionisti, favoriti da una bassa esposizione al rischio di transizione dovuta principalmente a una modesta produzione di GHG emissions.
    Al contrario, i settori mining - oil & gas, farmaceutico e alimentare, bevande e tabacco presentano il minor grado di adeguatezza ambientale. "I risultati dell'ESG Outlook suggeriscono come le Pmi, nonostante un trend di trasformazione in atto, debbano prevedere ancora sforzi significativi per migliorare la loro adeguatezza agli standard ESG. Sono ancora 4 su 10 le piccole e medie imprese italiane con un livello basso o molto basso di sostenibilità. Tale percorso di miglioramento, in particolare delle performance di sostenibilità ambientale, non può prescindere dal sostegno delle istituzioni e del sistema bancario" conclude Marco Macellari, head of risk management & ESG di Crif. (ANSA).
   

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