(ANSA) - ROMA, 04 FEB - In Italia va sprecato l'89% della
pioggia mentre la Spagna, paese simile al nostro per le
condizioni climatiche riesce a trattenerne il 30%. E' quanto
spiega l'Anbi, in una nota nella giornata dello Spreco
alimentare.
Secondo Anbi, una costante ricerca applicata e l'innovazione
tecnologica sono riuscite progressivamente a contenere i
fabbisogni d'acqua in agricoltura, limitandoli ormai a circa il
50% delle disponibilità idriche del Paese; non altrettanto può
dirsi per altri settori: dalle reti duali scomparse nelle
programmazioni urbanistiche (si continuano ad annaffiare
giardini e lavare automobili con acqua potabile) al ridottissimo
utilizzo di acque reflue, a causa dell'inadeguatezza della rete
di depuratori, senza considerare le quote idriche, utilizzate in
inquinanti processi industriali o per il raffreddamento di
grandi data center oppure perdute per l'eccessiva
cementificazione.
"Di fronte a questa complessa realtà - dichiara Francesco
Vincenzi, presidente di Anbi - è da considerarsi spreco anche il
lasciare scorrere inutilizzato l'89% dei 300 miliardi di metri
cubi d'acqua, che annualmente piovono sul Paese, seppur con
modalità assai diverse: più concentrate e più violente nel tempo
e nello spazio, aumentando così anche il rischio idrogeologico"
Dotare il territorio di multifunzionali infrastrutture idriche,
come laghetti e bacini di espansione, ottimizzando al contempo
l'esistente - aggiunge Massimo Gargano, direttore generale di
Anbi - deve essere un obbiettivo primario per incrementare la
resilienza dei territori, aumentando l'autosufficienza
alimentare, producendo energia rinnovabile e dando valore ai
benefici ecosistemici, garantiti da un'oculata gestione
dell'acqua. Non conservarla per i momenti di bisogno soprattutto
in anni di perdurante siccità, pregiudica innanzitutto
l'agricoltura, che produce cibo e garantisce ambiente, limitando
anche le prospettive occupazionali dei giovani in un settore
vitale. (ANSA).