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Il Wwf boccia il 2023, per l'ambiente un anno in retromarcia

"Italia non gioca ruolo attivo nella transizione"

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 27 DIC - Il 2023 avrebbe dovuto essere un anno di svolta per le politiche ambientali del nostro Paese dopo la riforma della Costituzione che ha fatto entrare l'ambiente e la sua tutela tra i principi fondamentali della nostra Carta. Così il Wwf secondo il quale invece il nostro Paese "non sta giocando un ruolo attivo nella transizione ecologica e nell'economia del futuro" L'organizzazione che elenca punto per punto i nodi da sciogliere. Manca una legge per il clima, necessaria per incardinare la sfida della crisi climatica nella legislazione e va approvato un Pniec "che risponda ai rilievi della Commissione Europea e che, soprattutto, sia un volano per la transizione, assicurando la piena partecipazione della società civile". Manca il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, il decreto per le Aree idonee per le rinnovabili e i decreti attuativi delle Comunità energetiche. Si attende anche il Testo unico sulle Rinnovabili.
    Sul fronte della biodiversità il WWf critica l'emendamento sulla caccia nella finanziaria dello scorso anno e la ricostituzione del Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale e ricorda che in Europa l'Italia ha votato contro l'approvazione della Nature Restoration Law, la legge che prevede il ripristino del 20% degli ecosistemi terrestri e marini entro il 2030. Assente, si spiega anche, una Strategia operativa per la conservazione della biodiversità 2020-2030 ed è in stallo l'individuazione delle aree per lo sviluppo della protezione che dovrebbe andare a coprire, entro il 2030, il 30 % del nostro territorio a terra e a mare.
    Il Wwf inoltre ricorda che manca la legge sul consumo del suolo, deplora la posizione dell'Italia sugli imballaggi e critica il divieto sulla carne coltivata che "genera interferenze con le competenze dell'Unione Europea". Per quanto riguarda il mare, l'associazione ricorda da un lato il provvedimento sulle trivelle, la mancanza dei decreti attuativi della Legge Salvamare, la procedura di infrazione per la mancata implementazione di un Piano di Gestione dello Spazio Marittimo (PGSM) e quella per la mancata definizione delle misure di conservazione di diversi Siti Natura 2000 marini. (ANSA).
   

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