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Desiderio di alberi nelle città, ma uno su tre ne sa poco

Ricerca per la giornata degli alberi. Mancuso, 'bisogna educare'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 19 NOV - Nelle grandi città italiane cresce il desiderio degli abitanti di avere più alberi, pochi conoscono i benefici che portano: quasi 3 su 4 sanno che gli alberi abbassano la temperatura laddove sono piantati, limitando la formazione delle cosiddette "isole di calore" ma quasi un italiano su 5 non sa che gli alberi sono in grado di mitigare gli effetti della pioggia intensa e limitare gli allagamenti, mentre 1 su 3 non sa che gli alberi nelle città sono in grado di assorbire la CO2. Questi sono solo alcuni dei dati emersi dalla ricerca elaborata dalla divisione Annalect di Omnicom Media Group2 per Prospettiva Terra, il progetto non-profit fondato da Stefano Mancuso, accademico e divulgatore scientifico e da Marco Girelli, Ceo di Omnicom Media Group Italia con l'obiettivo di fare rete contro la crisi ambientale grazie agli alberi.
    L'indagine è stata realizzata su un campione di 1.000 intervistati residenti in cinque grandi città italiane, Milano, Torino, Roma, Napoli e Palermo.
    In dettaglio 6 italiani su 10 affermano che le foreste molto estese nel mondo sono in grado di assorbire grandi quantità di CO2, consapevolezza che cala - a sorpresa - sul target dei giovani 18-24enni (58%), sempre attenti ai temi ambientali, rispetto a quello dei 55-64enni (65%).
    Torino ha la più alta percentuale della superficie comunale occupata da aree verdi (18,2%), mentre Palermo si ferma al 4,8%.
    Napoli e Palermo sono le città in cui gli alberi sono più desiderati (rispettivamente 93% e 87%). Sebbene nelle altre città gli alberi sono percepiti come più presenti, le percentuali restano alte: a Torino e a Milano la percentuale di chi vorrebbe più verde in città si attesta intorno al 75% e a Roma al 69%.
    Scelta da oltre 6 italiani su 10, la quercia risulta essere l'albero che più di tutti, nell'immaginario collettivo, è in grado di contrastare gli effetti del cambiamento climatico, superando nettamente l'abete (39%) ed il pino (37%). Fuori dal podio sono i tigli (25%), i cipressi (24%) e i frassini (23%).
    "Bisogna educare le persone, fare formazione e informazione su come proteggere il nostro pianeta e limitare i danni", spiega Stefano Mancuso. "Questo è l'obiettivo di Prospettiva Terra, con cui stiamo costruendo un modello cooperativo e diffuso, simile alle reti vegetali, in cui delle imprese private decidono di farsi carico del futuro che ci aspetta, lavorando nell'unica direzione possibile, ossia la partecipazione diretta a progetti di innovazione scientifica». (ANSA).
   

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