(ANSA) - ROMA, 09 GEN - Secondo quanto denuncia un rapporto
pubblicato oggi da Greenpeace Italia, "nel nostro Paese non
esistono dati pubblici sulla possibile contaminazione da Tfa, la
molecola del gruppo dei Pfas più diffusa globalmente".
"Si tratta di una molecola costituita da due atomi di
carbonio - prosgue la ong - che può essere sintetizzata
artificialmente o derivare dalla degradazione di circa duemila
Pfas, come alcuni gas refrigeranti fluorurati (ad esempio Hfcs e
Hfos), polimeri fluorurati, pesticidi, farmaci e schiume
antincendio. Il Tfa è una sostanza persistente e indistruttibile
che, per le sue stesse caratteristiche, non può essere rimossa
dai più comuni trattamenti delle acque potabili
Nel corso degli ultimi anni numerose ricerche hanno
evidenziato come il Tfa sia trovato ovunque venga cercato: dalle
acque potabili, alla polvere domestica fino al sangue umano. Di
recente ne è stata accertata la presenza in dieci marchi di
acqua minerale e di sorgente venduti in Europa. Ma anche in
succhi di frutta, puree di frutta e verdura, nella birra, nel
tè, in numerose specie vegetali tra cui il mais, nella polvere
domestica, nelle urine e anche nel sangue umano"
"Mentre gli scienziati trovano il Tfa ovunque lo cerchino e,
parallelamente, emergono prove inconfutabili circa la
contaminazione irreversibile che origina e la continua
esposizione degli esseri umani, in Italia non sappiamo quanto
sia ampia la diffusione di questa pericolosa sostanza -,
dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna
Inquinamento di Greenpeace Italia -. A causa della
contaminazione da Pfas e delle insufficienti risposte della
politica, le persone che nel nostro Paese vivono nelle zone più
esposte al rischio stanno già pagando un prezzo elevato. Quando
il governo Meloni e i ministeri competenti intenderanno attivare
controlli e misure urgenti per tutelare l'ambiente e la nostra
salute?". (ANSA).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it