"Il referendum non parla di nuove trivelle ma di tirar fuori il gas e petrolio che c'è. Se decidiamo di dire basta andiamo fuori a comprare dagli arabi e dai russi? Io sono per usare quello che c'è.
con dati superiori alla Francia, alla Germania e al Regno Unito. L'obiettivo è arrivare al 50% delle rinnovabili entro fine legislatura sul totale dell'energia elettrica".
Greenpeace ribatte su Twitter: “Renzi è convinto, come ci ha risposto con un tweet, che il solare non possa fare più del 7%, eppure numerosi studi dimostrano il contrario ed Elon Munsk, l’imprenditore che ha lanciato la Tesla sostiene che il solare può coprire il fabbisogno energetico dell’intera Cina” commenta Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia. “Ci auguriamo che il premier mantenga l’impegno preso oggi a incontrarci in un confronto pubblico. Renzi dice di voler arrivare al 50% di rinnovabili elettriche entro il 2018, ma questo governo invece ha affossato le rinnovabili e promosso le trivelle. In questo modo il settore sta perdendo migliaia di posti di lavoro”.
Il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, ha ribadito oggi "voterò no o mi asterrò, ancora non ho deciso". "Sicuramente oggi il problema non è quello dell'estrazione del petrolio - ha aggiunto il ministro -. La sfida che abbiamo davanti è di consumare di meno. Noi potremmo fare a meno della sua estrazione quando avremo una politica energetica in Italia che ci permetterà di sostituirlo con altre fonti. Ricordo che nella mobilità il 97% va ancora a petrolio". "Non possiamo dire no al petrolio e poi andare alla mattina tranquillamente a lavorare in macchina - ha proseguito Galletti -. Così come trovo non giusto, addirittura poco etico, dire non trivelliamo nei nostri mari perché possiamo comperare il petrolio da altri. Casomai il petrolio in altre parti e in certi paesi è estratto con molta meno sicurezza che da noi". "Io credo che non ci sia il nostro mare e quello degli altri. Penso che il mare - ha concluso Galletti - sia del pianeta e di tutti i suoi abitanti e che lo dobbiamo avere a cuore nella stessa maniera".
''Non abbiate paura, non vi fate intimidire da capi e capetti'': al referendum bisogna andare a votare sì e dire ''basta alle concessioni per le trivellazioni highlander, eterne, quelle che non finiscono mai'' dice il governatore della Puglia Michele Emiliano intervenendo alla conferenza del 'Comitato vota sì per fermare le trivelle', dove è stata presentata la manifestazione del 10 aprile a Bari che sarà ''senza nessuna appetenza politica'' e fatta per ''difendere il mare, in linea con la Costituzione che tutela l'ambiente'', in vista del referendum.
''Non sarà facile raggiungere il quorum - osserva Emiliano - ma il referendum noi lo abbiamo già vinto; altrimenti avremmo le trivellazioni entro le 12 miglia''. Il governatore pugliese ringrazia poi ''dal profondo del cuore'' il segretario della Fiom Maurizio Landini per il sostegno e ''perché la classe operaia è qui. Non era semplice ma le battaglie difficili sono le più belle. Ne' io ne' Landini siamo ideologisti, siamo rispettosi del sistema industriale del '900 ma bisogna andare avanti e perseguire gli impegni che l'Italia ha preso prima con il protocollo di Kyoto poi a Parigi''. Alla manifestazione di domenica a Bari parteciperanno, probabilmente in collegamento, anche Albano e Emma Marrone.
"Voterò sì al referendum sulle trivellazioni" ha detto il candidato sindaco di Roma Giorgia Meloni (FdI) a Radio Ti Ricordi aggiungendo che "quella legge va abrogata perché non si può continuare a inquinare il nostro mare". "Il Governo Renzi - ha aggiunto - ha dato al Pd la linea di non andare a votare e così si continua a dare alle trivelle il permesso di continuare a scavare. Invitiamo tutti ad andare a votare e di votare sì per dire basta all'inquinamento del nostro mare".
''Al referendum del 17 aprile invitiamo i cittadini a votare sì. Vogliamo che il nostro Paese prenda con decisione la strada che ci porterà fuori delle vecchie fonti fossili, innovi il nostro sistema produttivo, combatta con coerenza l'inquinamento e la febbre del Pianeta, rispettando gli impegni che il governo ha preso alla Cop21 di Parigi a fine 2015''. Questo il cuore dell'appello lanciato oggi dal Comitato della Regione Puglia, dalla Fiom e dal Comitato 'vota sì per fermare le trivelle' nel corso di una conferenza nella sede del Comitato referendario delle associazioni che per l'8, il 9 e il 10 aprile (si chiuderà con una manifestazione e un concerto a Bari) promuove un fine settimana di mobilitazione abbracciando lo slogan '1000 piazze, un mare di sì'.
Il Comitato ricorda che ''il 17 aprile è l'occasione per fermare le trivellazioni in mare, cancellando la norma che consente alle società petrolifere di avere concessioni di ricerca e di estrazione senza limiti di tempo''. Per la presidente di Legambiente Rosella Muroni è ''insensato puntare sull'estrazione di gas e petrolio; il futuro dell'energia non passa dalle trivelle, ma dalle rinnovabili e dall'efficienza energetica. Per questo chiediamo di votare sì per fermare le trivelle'' e ''chiediamo al governo Renzi di abbandonare le fonti fossili e dotare al più presto l'Italia di una strategia energetica nazionale''. ''L'iniziativa referendaria delle Regioni - aggiunge Dante Caserta, vicepresidente del Wwf - è un fatto eclatante nella storia repubblicana e mette in discussione una politica energetica fatta a suon di decreti legge. Noi chiediamo una Conferenza nazionale per andare decisamente verso la decarbonizzazione dell'economia''.
Sull'asserita perdita di posti di lavoro in caso di vittoria del sì al referendum sulle trivelle, "si dicono delle bugie. Questo non è proprio vero" ha affermato il segretario della Fiom Maurizio Landini, intervenendo alla conferenza del 'Comitato vota sì per fermare le trivelle', a proposito del voto referendario del 17 aprile. Secondo Landini, si dicono "molte bugie sul fatto che questo referendum sia contro l'occupazione; è la corruzione che ha ucciso i posti di lavoro in Italia". Per questo Landini rivolge un "invito esplicito ad andare a votare. Credo che ridare la parola ai cittadini sia decisivo", mentre è "pericoloso e sbagliato, in una fase delicata come questa, che il governo inviti le persone a non andare a votare: credo sia folle. Al limite scegliere se andare a votare lo può decidere un cittadino, ma non un governo. Credo sia una battaglia di civiltà invitare le persone ad andare a votare".
"Spiace che tra le argomentazioni del presidente Emiliano in vista del referendum sulle trivelle si insinuino anche, in maniera neppure troppo velata, riferimenti alla lotta tutta interna al Pd. In questo modo, anche la difesa dell'ambiente e del territorio rischia di diventare la bandiera sotto cui nascondere i soliti regolamenti di conti a sinistra" dichiara il deputato e commissario di Forza Italia per Bari e provincia, Francesco Paolo Sisto. "E' sbagliato disorientare gli elettori - conclude - già poco informati sulla consultazione per espressa volontà di Renzi. Al quesito del referendum sulle trivelle noi risponderemo con un netto e chiaro 'sì', per il nostro Sud, il nostro mare e la nostra economia, prima ancora che contro il governo".
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Bloccherebbe 11 mila posti di lavoro