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Sfida rigenerazione urbana, dai fondi ai costruttori

Gli investitori cercano la decarbonizazione. L'Ance lancia Edera

Redazione Ansa

(di Chiara Munafò) (ANSA) - ROMA, 17 MAR - In Italia ci sono 16 milioni di case da riqualificare e poco meno di 16 milioni di minuti prima di arrivare al 2050, la scadenza europea per raggiungere la neutralità climatica. In questi numeri si inserisce la sfida di trasformare l'edilizia, che è responsabile del 25% delle emissioni di CO2 e ha case con un'età media di 60 anni. È una sfida complessa per un settore che esce da una crisi che ha distrutto in dieci anni oltre 600 mila posti di lavoro, ma che vede negli ultimi mesi un'accelerazione.
    L'ultima novità, in quest'ambito, è il centro di innovazione Edera, fondato dall'Associazione nazionale dei costruttori edili-Ance, con Redo Sgr e Fondazione Housing Sociale, con l'obiettivo di ridurre "drasticamente" bollette ed emissioni, riqualificare le periferie e rendere più produttivo il comparto delle costruzioni.
    Il modello è quello del programma internazionale nato in Olanda Energiesprong, che Edera porterà in Italia per selezionare, sperimentare e diffondere soluzioni capaci di ridurre tempi, costi e impatto ambientale delle costruzioni su larga scala.
    "Costruire sostenibile dev'essere, già oggi, la nostra normalità e questa normalità rappresenta una grande opportunità di crescita e benessere", dichiara il presidente dell'Ance, Gabriele Buia. "C'è la necessità - spiega il fondatore e ceo di Edera, Thomas Miorin, in un evento digitale - di accelerare un cambiamento che non possiamo lasciare sulle spalle di un settore che ha una media di 2,7 addetti per impresa, serve riqualificare di più, in modo più veloce e più approfondito".
    All'orizzonte ci sono le risorse di Next generation Eu, con il piano italiano che destinerà circa 30 miliardi di euro alla riqualificazione del patrimonio edilizio e i fondi del superbonus 110%, ma non solo. È in discussione alla commissione Ambiente del Senato un disegno di legge sulla Rigenerazione urbana che stanzia un fondo di 500 milioni di euro per favorire queste trasformazioni urbanistiche.
    Un'ulteriore spinta verso la riqualificazione arriva dalla finanza e dai gestori dei patrimoni immobiliari che hanno l'esigenza di rendere sostenibile e finanziabile la decarbonizzazione del proprio portafoglio, sotto la pressione di investitori sempre più attenti ai fattori ambientali e sociali e dell'evoluzione delle normative europee.
    Il cambiamento intanto è iniziato. "Il 73% del valore della produzione è fatto da interventi di manutenzione del patrimonio esistente", sottolinea il direttore del Cresme, Lorenzo Bellicini, che prevede una crescita degli investimenti in costruzioni dell'8,4% nel 2021 e del 5,5% nel 2022, dopo il -9,5% del 2020, trainata dallo scatto del 14% degli investimenti nel rinnovo di abitazioni.
    A questa nuova edilizia circolare guarda con interesse anche il mondo dell'ambientalismo. "Le costruzioni non possono ripartire dopo la crisi con la vecchia edilizia che consuma il territorio, con l'edilizia speculativa, non c'è neanche il mercato. Il cuore è la riqualificazione e la manutenzione ordinaria", afferma il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci. Mentre dal vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini, arriva un consiglio su da dove partire: "i grandi complessi di edilizia residenziale pubblica, dove vivono centinaia di migliaia di famiglie in condizioni spesso di degrado, senza nessuna consapevolezze di come si possano riqualificare quegli edifici e ridurre le bollette". (ANSA).
   

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