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Progetto per ripristinare le antiche scogliere del Delta del Po

Introducendo specie autoctone di ostriche e sabellarie

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 11 SET - Al via il progetto 'Nature-based reef solution for coastal protection and marine biodiversity enhancement', che ha per scopo l'applicazione, a livello dimostrativo, delle migliori pratiche disponibili per il ripristino delle antiche scogliere di ostriche e sabellarie, reintroducendo le specie autoctone in un tratto costiero non urbanizzato della costa dell'Alto Adriatico, nel sito protetto di interesse comunitario della Foce del Torrente Bevano, parte del Parco del Delta del Po.
    Ostriche e sabellarie, quest'ultime piccoli policheti che aggregano la sabbia, formano "biocostruzioni" naturali che, spiega l'ecologo professor Massimo Ponti dell'Università di Bologna, coordinatore del progetto, erano molto diffuse in passato. Oggi di questi banchi restano misere tracce, mentre le scogliere di sabellarie persistono solo in pochi tratti costieri, spesso associate alla presenza di barriere frangiflutti artificiali.
    Queste due specie, ostriche e sabellarie, sono in grado di creare strutture tridimensionali ricche di nicchie ecologiche che consentono un'elevata biodiversità e un habitat adatto per la riproduzione di molte altre specie. Tra i servizi ecosistemici che sono in grado di fornire ci sono il miglioramento della qualità dell'acqua e il sequestro dell'anidride carbonica.
    Il progetto, della durata di 4 anni, inizierà con i rilievi della zona sommersa ed emersa per poter progettare la collocazione e le dimensioni finali della scogliera, tenendo conto di profondità, regime idrologico e sedimentario, utilizzando sofisticate simulazione numeriche e prove nella nuova vasca marittima dell'Università. Per poter consentire l'insediamento di queste specie sarà poi creata un base di frammenti calcarei su cui saranno posate le giovani ostriche e piccole colonie di sabellarie. Il progetto vedrà impegnati insieme biologi, ecologi, geologi, ingegneri e topografi di due dipartimenti dell'Università di Bologna (BiGeA e Dicam), del Comune di Ravenna, del Parco del Delta del Po, nonché della società Proambiente, spin-off del Centro Nazionale delle Ricerche. Alla Fondazione Flaminia è affidato il compito di comunicazione e raccordo con il tessuto sociale e produttivo del territorio. (ANSA).
   

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