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Greenpeace, Meloni e i suoi ministri parlano poco di clima

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 01 DIC - I leader politici italiani continuano a parlare pochissimo di crisi climatica, anche in quei mesi in cui gli eventi climatici estremi hanno trovato maggiore spazio sui mezzi d'informazione. Lo sostiene una nuova analisi realizzata dall'Osservatorio di Pavia per conto di Greenpeace Italia.
    Secondo la ricerca, "sono in particolare gli esponenti di governo, prima fra tutti Giorgia Meloni, a ignorare la crisi, e a includere, nei loro pochi discorsi sul tema, posizioni" giudicate da Greenpeace "ambigue o talvolta di opposizione alle azioni da intraprendere per la salvaguardia del clima".
    L'Osservatorio di Pavia ha preso in considerazione, nel periodo tra maggio e agosto 2023, tutte le dichiarazioni sulla crisi climatica e sulla decarbonizzazione di tredici leader politici ed esponenti di governo postate su Facebook, raccolte dai cinque quotidiani nazionali più diffusi (Corriere della Sera, la Repubblica, Il Sole 24 Ore, Avvenire e La Stampa) e dai telegiornali serali delle reti Rai, Mediaset e La7. L'elenco delle figure politiche comprende: Bonelli, Calenda, Conte, Fratoianni, Giorgetti, Lollobrigida, Magi, Meloni, Pichetto Fratin, Renzi, Salvini, Schlein e Tajani.
    Nel quadrimestre oggetto del monitoraggio sono state registrate solamente due dichiarazioni da parte della Presidente del Consiglio in materia di clima, entrambe riportate dalla carta stampata, mentre l'analisi non ha rilevato il tema nei suoi post su Facebook o nelle sue dichiarazioni riportate dai telegiornali.
    La frequenza delle dichiarazioni sulla crisi climatica dei leader politici è in generale molto bassa: sono appena lo 1,2% sul totale delle dichiarazioni rilasciate ai TG e salgono al 3,8% sul totale dei post pubblicati su Facebook. I leader della sinistra come Bonelli, Fratoianni e Schlein che ne parlano più degli altri. Unica eccezione nel fronte di governo, il ministro Pichetto Fratin. (ANSA).
   

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