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T&E, dal governo troppo spazio a biocarburanti nei trasporti

'Inefficienti e provenienti dalla Cina, meglio l'elettrico'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 14 DIC - La decarbonizzazione del settore dei trasporti, così come pensata dal governo italiano nel suo Piano nazionale energia (Pniec), si basa in larga misura su vettori energetici inefficienti, cioè i biocarburanti, provenienti in gran parte dalla Cina, mentre sarebbe più razionale puntare sull'elettrificazione. Lo sostiene un'analisi della ong per il trasporto sostenibile Transport & Environment (T&E).
    Entro il 2030, secondo il Pniec quasi due terzi dell'energia "rinnovabile" totale nei trasporti dovrà essere fornita dalle bioenergie. Ma per T&E, un impiego così massiccio di biocarburanti espone l'Italia alla dipendenza dall'import di materie prime (che oggi garantisce il 94% del totale dei feedstock impiegati nel nostro Paese) e a potenziali frodi.
    Secondo T&E, l'Italia poggia la sua strategia energetica su due categorie di biocarburanti: quelli a base di palma, fortemente legati alla deforestazione e per cui l'Italia è terzo consumatore europeo, e i biocarburanti avanzati ricavati da oli di cucina usati e da grassi animali.
    Il problema degli oli da cucina usati è che l'Europa non è in grado di raccogliere sufficienti volumi per soddisfare la sua domanda di trasporto. Infatti, rivela l'analisi, l'80% dell'olio esausto viene importato, principalmente da paesi Asiatici: la Cina da sola rappresenta il 60% delle importazioni Ue. La dipendenza dagli import cinesi è ancora più spiccata per l'Italia, per circa tre quarti (74%) degli oli esausti impiegati. Secondo la ong, per i trasporti sarebbe più efficiente ed economico puntare sull'elettrico.
    Quanto ai carburanti sintetici, secondo T&E il 93% degli e-fuel previsti dal piano verrà "sprecato" dal Pniec per la mobilità in auto, autobus, camion e treni, quando il loro uso andrebbe destinato all'aviazione e al trasporto marittimo, settori molto più difficili da elettrificare. (ANSA).
   

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