(ANSA) - ROMA, 10 GEN - Creare nuove foreste per tutelare la
biodiversità e per contrastare il cambiamento climatico è,
secondo 9 aziende italiane su 10, una strategia vincente. Il 64%
delle aziende ritiene inoltre necessaria una gestione forestale
più attiva rispetto a quella attuale e il 78% afferma che la
tutela della biodiversità aiuta a contrastare il cambiamento
climatico e che mitigare gli effetti della crisi può apportare
benefici alla biodiversità stessa.
È quanto emerge dal primo Studio sulla Biodiversità Forestale
realizzato da Rete Clima, impresa sociale che dal 2011
accompagna le aziende verso percorsi Esg e decarbonizzazione,
sulla percezione delle aziende su biodiversità e foreste e
sull'importanza del capitale naturale.
Lo studio mostra una percezione disomogenea dello stato del
patrimonio forestale nazionale: nonostante la superficie
forestale in Italia sia aumentata negli ultimi 30 anni e copra
circa il 40% della superficie nazionale, per il 32% degli
intervistati è invece diminuita, e per un 20% è stata invece
"drasticamente" ridotta. È urgente quindi lavorare sulla
sensibilizzazione.
Il 62% del campione rilancia sulla necessità di gestire in
modo attivo e sostenibile le foreste. Per quanto riguarda le
foreste urbane, il 30% degli intervistati ne ritiene importante
la conservazione, il ripristino e la tutela, il 24% ne riconosce
l'importanza per la salute ambientale e per il contrasto
all'inquinamento e il 14% il ruolo nella difesa della
biodiversità. Solamente il 2% considera gli incendi boschivi un
tema di considerevole peso mentre nessuno degli intervistati
ritiene che il verde urbano possa avere un valore economico.
Eppure i servizi ecosistemici, ovvero i benefici multipli
forniti dalle foreste al genere umano, su tutto il territorio
nazionale hanno un valore annuale complessivo che si stima
arrivi a superare i 220 miliardi di euro, secondo il Rapporto
Capitale Naturale del Mase. (ANSA).
Rete clima, 'il 90% delle aziende sostiene le foreste'
'Utili per tutelare la biodiversità e contro il global warming'