(ANSA) - ROMA, 17 LUG - L'approvazione del nuovo Regolamento
europeo sul ripristino della natura "Nature restoration law"
determina lo stop immediato al consumo di suolo in alcune parti
molto significative del territorio nazionale che entro tre anni
si potrebbe estendere, con il Piano nazionale di ripristino, al
36% dei Comuni italiani. E' quanto emerge dall'approfondimento
pubblicato oggi dall'Alleanza Italiana per lo Sviluppo
Sostenibile.
"L'approvazione del nuovo Regolamento europeo sul ripristino
della natura - Nature restoration law - poco prima della fine
della legislatura è stata giustamente salutata come un successo
di grande importanza per la sostenibilità - spiegano a cura di
Walter Vitali, Andrea Filpa e Rossella Muroni che hanno
coordinato l'approfondimento.
Il nuovo Regolamento prevede, almeno in Italia, un'indicazione
su cui nessuno si è finora soffermato: lo stop immediato al
consumo di suolo in alcune parti molto significative del
territorio nazionale che entro tre anni si potrebbe estendere,
con il Piano nazionale di ripristino, al 36% dei Comuni
italiani. In pratica, i più urbanizzati che contengono la
stragrande maggioranza della popolazione nazionale".
Il Regolamento, all'articolo 8, prevede che entro il 31
dicembre 2030 non si debba registrare "alcuna perdita netta
della superficie totale degli spazi verdi urbani" e che dal
primo gennaio 2031 deve manifestarsi "una tendenza all'aumento"
degli spazi verdi, rispetto ai valori del 2024. La stessa cosa
vale anche per la copertura della volta arborea urbana.
L'obbligo di evitare perdite nette degli spazi verdi urbani può
riguardare tutti i Comuni classificati come "Città" e come
"Piccola città e sobborghi" - su un totale di 7960 comuni
italiani, il 36% appunto - oppure solo loro parti, ma in questo
caso devono essere comprese almeno le unità territoriali
definite "centri urbani" e "agglomerati urbani".
"La cosa più urgente - affermano gli esperti dell'ASviS - è
che gli istituti deputati, Istat e Ispra, consegnino ai comuni
che hanno unità territoriali classificate come "centri urbani" e
"agglomerati urbani" la cartografia relativa, in modo che questi
possano provvedere ad adeguare i loro strumenti urbanistici,
bloccando le edificazioni previste o individuando le necessarie
compensazioni territoriali. (ANSA).
ASviS, con Nature restoration law stop a cemento in 36% comuni
Attraverso il Piano nazionale di ripristino