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Greenpeace, serve accordo vincolante per ridurre la plastica

Parte ultimo round di negoziati per un trattato globale

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 25 NOV - "Inizia la fase cruciale dei negoziati per il trattato sulla plastica e i governi devono agire per tutelare le persone e il pianeta anziché preservare gli interessi delle aziende dei combustibili fossili e dell'industria petrolchimica". Così Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia in occasione dell'avvio dei negoziati della quinta, e ultima, sessione del Comitato Intergovernativo di Negoziazione (INC-5), per definire il futuro della lotta contro l'inquinamento da plastica.
    "Un trattato debole sarebbe un fallimento. Abbiamo bisogno di un accordo ambizioso e legalmente vincolante per ridurre la produzione di plastica ed eliminare la plastica monouso, per proteggere la nostra salute, le nostre comunità, il clima e il pianeta".
    Greenpeace, insieme al movimento Break Free from Plastic, ha consegnato le firme di oltre due milioni di persone che hanno sottoscritto la petizione che chiede ai governi di andare oltre il riciclo come unica soluzione e di impegnarsi a ridurre la produzione di plastica di almeno il 75% entro il 2040 per contenere il riscaldamento globale entro il limite di 1,5°C ; vincolare le grandi multinazionali a vendere sempre più prodotti sfusi o con packaging riutilizzabile; assicurare che i Paesi sviluppati guidino una giusta transizione e offrano supporto ai Paesi in via di sviluppo; dare voce a Popoli Indigeni, comunità vulnerabili e lavoratori nella progettazione di una transizione verso un'economia basata sul riuso.
    Secondo Greenpeace inoltre, l'Italia sarebbe lontana dal 50% di riciclo effettivo ed esporta rifiuti plastici, anche in paesi non dotati di idonee infrastrutture per il riciclo. Nel 2023 il nostro Paese ha infatti spedito in Turchia 41.580 tonnellate di plastica - pari a 347 camion al mese - piazzandosi quarta in Europa, con volumi cento volte superiori al 2013. (ANSA).
   

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