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'Transizione ecologica, non sia solo tecnica ma culturale'

Juniper a Esg Dialogues Sace, coinvolgere tutti gli stakeholder

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 01 FEB - La transizione ecologica non deve essere solo tecnica ma culturale ed in questo processo tutti gli attori pubblici e privati devono essere coinvolti. Parola di Tony Juniper, key-note speaker agli Esg Dialogues organizzati oggi da Sace, un incontro a porte chiuse con i leader del mondo economico, industriale e istituzionale italiano per promuovere il dialogo sui temi della sostenibilità. Juniper, ambientalista ed esperto di fama internazionale sui temi della biodiversità, presidente di Natural England, l'organizzazione del governo inglese lavora per la conservazione e il ripristino dell'ambiente naturale in Inghilterra, e Fellow dell'Institute for Sustainability Leadership (CISL) dell'Università di Cambridge.
    "Dobbiamo passare da una cultura consumistica a una opposta, in cui usare meno e avere una mentalità più ecologica diventa il mindset comune", sostiene Juniper in un'intervista all'ANSA. "Ed i governi hanno un compito cruciale: assicurare la transizione da dove siamo a dove dobbiamo arrivare. Questa è una delle più grandi sfide delle democrazie: garantire continuità da un'amministrazione alla successiva verso l'obiettivo finale".
    "In questo percorso, tutti gli stakeholder devono essere ingaggiati in una transizione che non sia solo tecnica e operativa, ma anche culturale", spiega, parlando dell' incontro promosso da Sace per esplorare il ruolo delle aziende come motori del benessere a lungo termine per la Comunità e contribuire alla definizione degli obiettivi di sostenibilità a lungo termine di Sace stessa.
    Al centro dell'incontro di oggi il tema della biodiversità. "Una delle molteplici pressioni che dobbiamo gestire", dice Juniper che per garantire la resilienza nel mondo naturale "e creare più habitat in aree più grandi e di migliore qualità", suggerisce "di creare una rete di recupero della biodiversità in ogni paese: uno spazio in cui è possibile iniziare ad anticipare le minacce future e a gestire le minacce esistenti, nell'ambito di un piano nazionale per gli ecosistemi".
    Rispondendo ad una domanda, Juniper affronta anche il tema dell'impatto estetico degli impianti di energia rinnovabile (eolica e fotovoltaica) che innesca spesso proteste sui territori.
    "Se si fa un'analisi razionale complessiva, avremo bisogno di una quantità molto consistente di energie rinnovabili, anche in una logica di pianificazione integrata. Una soluzione per i pannelli solari è metterli in luoghi dove ci siano già servizi in grado di accoglierli (es. sopra edifici, sopra i parcheggi) prima di procedere ad un'occupazione di territorio su larga scala. Per l'eolico si può andare offshore. Nell'Oceano Atlantico e nel Mare del Nord intorno alla Gran Bretagna ci sono ora macchine da 10 MB, inimmaginabili anche un paio di decenni fa, tecnologie che possiamo pensare di sviluppare su larga scala". (ANSA).
   

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