(ANSA) - ROMA, 28 MAR - La bioeconomia italiana cresce, si
concentra nei settori tipici del Made in Italy e fa bene alle
aziende visto che le imprese 'biobased', che in media sono
piccole e più diffuse al Nord registrano un incremento di
fatturato maggiore rispetto alle altre.
E'questo, in sintesi, quanto emerge da "La Bioeconomia
circolare in Italia: caratteristiche delle imprese e opportunità
di sviluppo" il report realizzato dal Cluster Spring,
Unioncamere e dal Centro Studi Guglielmo Tagliacarne, con
Astrid, Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, Symbola,
SVIMEZ, SRM, Università della Campania Luigi Vanvitelli,
Università Suor Orsola Benincasa, Materias.
Sotto il profilo delle performance
il 50,5% delle imprese bio ha registrato un aumento del
fatturato nel 2022 contro il 42,8% delle non bio) ed una
migliore resilienza (il 34,8% delle imprese bio ha superato nel
2022 i livelli produttivi pre-Covid vs il 25,1% delle non bio).
L'anima green delle imprese bio trova riscontro anche nella
scelta di manager e figure che si occupano delle sostenibilità e
del 15,8% di esse che redige una rendicontazione di
sostenibilità.Attenzione inoltre nel 55% dei casi al welfare e
al benessere in azienda. L'open innovation caratterizza
fortemente il settore; il 66,7% delle imprese biobased ha
infatti adottato un modello «aperto» di innovazione e forte è la
propensione delle imprese biobased a investire in R&S. Infine
risorse proprie e prestiti bancari sono le fonti di
finanziamento a cui ricorrono maggiormente le imprese: il 73,5%
nel primo caso e il 60,9% nel secondo caso. (ANSA).
Il made in Italy vince nella bioeconomia, fatturato cresce
Cluster Spring e Tagliacarne fotografano il settore