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Asvis-Ecco, il futuro dopo riforma green della Costituzione

Leonardi, 'direttive europee hanno anticipato un po' la società'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 20 MAG - Alla luce della riforma della Costituzione in ottica ambientalista, bisogna ancora colmare le lacune e i ritardi del sistema istituzionale e amministrativo italiano, introducendo nuovi strumenti giuridici e un'autorità scientifica indipendente per la tutela del clima. Questa è una delle proposte avanzate durante l'evento "Clima in Costituzione: il futuro delle politiche pubbliche" organizzato nell'ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2024, nel corso del quale è stata presentata una ricerca omonima realizzata da Lorenzo Carrozza, Andrea Ferrazzi e Francesco Tomasone.
    Se, infatti, le direttive europee sul tema della transizione ecologica è come se avessero "anticipato un po' la società, di cui adesso si coglie un po' di resistenza", come ha sostenuto Matteo Leonardi, direttore del think-tank Ecco, dall'altro lato con l'inserimento dell'argomento in Costituzione "il legislatore ha ricucito il quadro riportandolo al livello dei cittadini".
    L'obiettivo, ora, è "tradurre le nuove disposizioni costituzionali in politiche e azioni concrete", ha aggiunto.
    Anche a livello economico-occupazionale la questione ambientale può essere complessa. Secondo il segretario della Cgil, Maurizio Landini, va tutelato chi lavora nei settori che dovranno essere riconvertiti. Bisogna perciò "investire su nuovi modelli di fare impresa" in un'ottica sostenibile, ha aggiunto.
    Per fare questo "sarebbe il caso di costituire un'agenzia pubblica per lo sviluppo che indirizzi le politiche pubbliche di questo Paese e i processi di riconversione siano accompagnati da formazione e sostegno al reddito dei lavoratori", ha spiegato.
    Per Lilia Cavallari, presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, "la natura delle politiche per i cambiamenti climatici richiede 'uno sguardo lungo' e una capacità di programmazione di medio e lungo termine. Le nuove regole fiscali europee aiutano in questo senso, perché richiedono una programmazione di bilancio effettivamente pluriennale e di considerare le passività potenziali per disastri ed eventi climatici avversi".
    (ANSA).
   

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