(ANSA) - ROMA, 15 NOV - Nei Paesi della sponda sud del
Mediterraneo "gli impatti diretti del cambiamento climatico
influenzano la crescente scarsità idrica e episodi di grave
siccità, l'insicurezza alimentare, l'alzamento del livello del
mare". Questi impatti portano a "maggiori perdite economiche e
finanziarie, tensioni e maggiore instabilità politica e
conflitti" e "aumento della pressione migratoria".
"L'Italia ha un grande potenziale per diventare un attore
chiave della politica climatica internazionale - prosegue Ecco
-: a livello globale grazie al suo ruolo nel G7 e nel G20, come
stato membro dell'Unione Europea e, a livello regionale, come
attore centrale nel Mediterraneo, grazie anche al nuovo corso
della politica estera italiana inaugurato dal Piano Mattei.
Pertanto, è urgente che l'Italia riconosca la sicurezza
climatica come parte integrante della propria politica estera,
impegnandosi in interventi a sostegno della costruzione di
resilienza nei paesi della regione del Mediterraneo allargato".
Il Mediterraneo è "un 'hotspot' del cambiamento climatico -
scrive il think tank -. Nonostante un livello relativamente
basso di emissioni, gli effetti del riscaldamento globale si
manifestano più rapidamente che altrove, con temperature
previste in aumento del 20% rispetto alla media globale".
"Questi elementi andranno a complicare il quadro di sicurezza
della regione - aggiunge Ecco -, con conseguenze anche
sull'Italia e l'Europa. In questo macrocontesto, inoltre, si
riduce l'abilità dei governi nella regione di intraprendere
politiche di sviluppo economico a lungo termine, insieme alla
capacità di elaborare piani di adattamento adeguati. La Banca
Mondiale stima in 216 milioni i migranti climatici a livello
globale. Pertanto, la migrazione ambientale acquisirà sempre più
un ruolo chiave nei prossimi decenni per la sicurezza
regionale". (ANSA).
Ecco, nel Mediterraneo rischio migrazioni per il clima
"Bene il Piano Mattei, ma ora serve politica estera climatica"