(ANSAmed) - ROMA, 16 NOV - Amnesty International ha chiesto
alle autorità libiche, europee e panamensi di assicurare che
"gli almeno 79 migranti e rifugiati a bordo di un mercantile
fermo nel porto di Misurata non siano costretti a sbarcare per
essere portati in un centro di detenzione libico dove
rischierebbero di subire torture e ulteriori violenze".
"L'8 novembre il mercantile 'Nivin', battente bandiera
panamense - ha riferito Amnesty - , ha soccorso nel Mediterraneo
centrale un gruppo di migranti e rifugiati, tra cui dei bambini,
che cercava di raggiungere le coste europee".
Secondo quanto
appreso dall'associazione, "in questa operazione sono state
coinvolte le autorità marittime di Italia e Malta. Il 'Nivin' ha
fatto rotta verso la Libia, in evidente violazione del diritto
internazionale, dato che quello non può essere considerato un
Paese sicuro dove effettuare lo sbarco".
"Le proteste a bordo del mercantile, ora ancorato nella rada
di Misurata, dà una chiara indicazione delle condizioni
terribili dei centri di detenzione libici per migranti e
rifugiati, in cui torture, stupri, pestaggi, estorsioni e
ulteriori violenze sono all'ordine del giorno", ha detto Heba
Morayef, direttrice di Amnesty International per il Medio
Oriente e l'Africa del Nord. Le persone a bordo del 'Nivin'
hanno raccontato ad Amnesty International di aver "subito
estorsioni, torture e obbligo di lavori forzati.
Quattordici persone che il 15 novembre hanno accettato di
lasciare la nave (portando con sé un neonato di quattro mesi),
sono stati trasferiti in un centro di detenzione". (ANSAmed).
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