(ANSAmed) - ROMA, 18 LUG - A Gaza, Israele sta usando la
mancanza d'acqua come arma di guerra contro la popolazione,
violando apertamente il diritto internazionale. Il taglio delle
forniture idriche, la distruzione sistematica di infrastrutture
essenziali e il blocco all'ingresso degli aiuti internazionali
da parte di Israele, hanno infatti ridotto del 94% la
disponibilità d'acqua dentro la Striscia. È quanto denuncia
Oxfam in un nuovo report, pubblicato oggi.
Al momento ogni abitante può contare in media su appena 4,74
litri al giorno, ossia meno di un terzo del minimo raccomandato
in situazioni di emergenza e al di sotto della quantità che
consumiamo ogni volta che tiriamo lo sciacquone del water.
L'analisi di Oxfam rivela inoltre che gli attacchi
israeliani hanno danneggiato o distrutto 5 infrastrutture
idriche e sanitarie ogni 3 giorni dall'inizio della guerra; la
distruzione delle infrastrutture idriche ed elettriche - sommate
alle restrizioni all'ingresso di pezzi di ricambio e carburante
(ne entra solo un quinto di quanto necessario) - hanno ridotto
la produzione d'acqua all'interno della Striscia dell'84%,
mentre l'azienda idrica nazionale israeliana Mekorot ha tagliato
le forniture del 78%.
Israele , secondo i dati Oxfam, ha distrutto il 70% di tutte
le pompe per lo smaltimento delle acque reflue e il 100% degli
impianti di trattamento, nonché i principali laboratori di
analisi della qualità dell'acqua, limitando l'ingresso delle
attrezzature di analisi usate da Oxfam; a Gaza City, l'88% dei
pozzi e il 100% degli impianti di desalinizzazione dell'acqua
sono stati danneggiati o distrutti. L'attuale situazione sta
generando un'emergenza sanitaria, che si aggrava di giorno in
giorno. A causa della mancanza di acqua potabile e servizi
igienici, ad oggi il 26% della popolazione si ammala gravemente
di malattie che sarebbero facilmente prevenibili. "Lo scorso
gennaio la Corte Internazionale di Giustizia ha chiesto a
Israele di garantire l'ingresso e la distribuzione degli aiuti
umanitari, per scongiurare il rischio concreto che a Gaza si
compisse un vero e proprio genocidio. - spiega Paolo Pezzati,
portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia - Da allora
però nulla è cambiato, anzi siamo stati testimoni diretti degli
ostacoli che Israele ha posto sistematicamente per rendere
impossibile una risposta umanitaria adeguata a salvare la
popolazione palestinese".
"Abbiamo assistito all'uso da parte di Israele della fame
come arma di guerra, a cui si aggiunge anche l'intenzionale
privazione dell'acqua potabile, con conseguenze drammatiche per
la popolazione civile - aggiunge Valentina Bidone, coordinatrice
della risposta umanitaria di Oxfam Italia per Gaza -. Purtroppo
non si tratta di una tattica nuova, il Governo israeliano ha
ostacolato la fornitura dell'acqua potabile già per troppi anni,
privandone sistematicamente i palestinesi in Cisgiordania e
nella Striscia. Tuttavia mai si erano raggiunti questi livelli.
È perciò cruciale che la comunità internazionale eserciti al più
presto ogni pressione diplomatica possibile per proteggere la
popolazione di Gaza e risparmiarle ulteriori sofferenze,
mettendo in campo un'azione incisiva in grado di tutelare i
diritti umani fondamentali, compresi quelli sanciti dalle
Convenzioni di Ginevra e sul genocidio". (ANSAmed).
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Oxfam: 'Gaza senz'acqua. Israele usa la sete come arma'
'Ogni abitante conta su un terzo del minimo raccomandato'