MADRID - La morte di lavoratori umanitari, gli attacchi aerei israeliani alle così dette 'zone umanitarie' e i costanti ordini di evacuazione paralizzano la consegna di aiuti alla popolazione di Gaza. Lo denuncia la sezione spagnola della ong Medicos del Mundo in un appello-denuncia firmato da oltre 20 organizzazioni impegnate sul campo, fra le quali Oxfam, Save the Children e Care International.
L'intensificarsi degli attacchi aerei israeliani sulla Striscia, anche nelle "zone umanitarie" designate da Israele hanno provocato la morte in massa di civili e ridotto ancora di più lo spazio per prestare assistenza vitale, avvertono le Ong .
"Quasi 10 mesi dopo la escalation delle ostilità a Gaza le autorità israeliane continuano a emettere ordini di evacuazione alla popolazione rifugiata in aree precedentemente considerate sicure. Alla popolazione non viene dato il tempo sufficiente per scappare e non hanno nessun luogo sicuro dove andare", denunciano. Il recente intensificarsi di bombardamenti nella zona centrale di Gaza, dove era stato ordinato ai civili che prima si rifugiavano a Rafah di spostarsi, "è stato particolarmente mortifero".
"Oltre 200.000 persone sono state sfollate fra il 22 e il 27 luglio dopo ordini di evacuazione trasmessi da Israele, eseguiti dalle forze militari. Questi - rileva Medicos del Mundo - riguardano l'86% del territorio di Gaza, segnala l'Urrwa", l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi.
"Significa che Israele aspetta che 2,1 milioni dei palestinesi di Gaza cerchino rifugio nel solo 14% del territorio della Sriscia". Mentre, con la chiusura dei valichi alla frontiera e gli attacchi a lavoratori umanitari, gli aiuti sono bloccati.
"Il 13 luglio è stato ucciso personale di una Ong, mentre fra il 21 e il 24 luglio sia Unicef che Unrwa sono stati bersaglio di spari e il 21 le forze israeliane hanno sparato contro un convoglio dell'Onu chiaramente identificato che tentava di accedere alla città di Gaza", denunciano le Ong.
Con il sistema sanitario decimato, l'affollamento e gli scarsi aiuti, aumentano i rischi di infezione: "Il 23 luglio la Oms ha informato di un alto rischio di diffusione del virus della polio a Gaza, ritrovato in sei campioni di acque fecali", che minaccia in particolare "migliaia di bambini minori di 5 anni".