(ANSAmed) - ROMA, 12 NOV - Un presunto appartenente ai
servizi segreti egiziani, poco prima di Natale nel 2015, si recò
nell'abitazione di Giulio Regeni al Cairo e chiese al suo
coinquilino copia del suo passaporto. E' quanto ha riferito in
aula in "teste Beta", una cittadina tedesca che all'epoca dei
fatti divideva l'appartamento con Regeni e Mohamed El Sayed,
sentita in modalità protetta per ragioni di sicurezza
nell'ambito del processo a carico di quattro 007.
"El Sayed - ha
detto il teste - mi ha riferito che un giorno di metà dicembre
venne a casa nostra la polizia e chiese copia del documento di
Giulio. El Sayed era convinto che questo controllo era stato
fatto dalla National Security, il servizio segreto egiziano. Io
non ero presente ma lui aveva questa idea e si impaurì per
questo".
Nel corso dell'audizione la testimone, che in Egitto lavorava
come insegnante di tedesco in una scuola privata, ha raccontato
che El Sayed "si scambiò il telefono con l'agente dei servizi e
non raccontò della visita a Giulio. Gli disse solo che gli
stranieri devono dare documenti e presentarsi alla stazione di
polizia. Forse aveva un sospetto che lui aveva fatto qualcosa
che non doveva fare". (ANSAmed).
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