VENEZIA - Ben 400 anfore individuate ed altri manufatti, sono il 'bottino' archeologico su cui sta lavorando l'Università Ca' Foscari di Venezia nel mare Tirreno.
La campagna riguarda i tesori custoditi da tre relitti di navi romane, la più antica è datata 4/o secolo a.
I mezzi elettronici e subacquei hanno consentito di esplorare il relitto Dae 27, un carico di tegole e coppi e anfore posto a oltre 600 metri di profondità nelle acque tra l'Elba e Pianosa, recuperando dei campioni di materiale trasportato; in particolare sono stati portati alla luce dalle profondità una tegola, un coppo, un'anfora Dressel e una brocca monoansata.
Sono quindi iniziate due nuove indagini sui relitti Dae 7 e Dae 39, entrambi posti nelle acque profonde tra l'isola della Gorgona e Capo Corso. Il primo è un interessante carico di centinaia di anfore greco-italiche datate al 4/o e 3/o secolo a.C. che giace a oltre 400 metri di profondità e dal quale è stata recuperata un'anfora. Sui relitti è stato realizzato un rilievo digitale attraverso la tecnica fotogrammetrica che permette di ottenere un modello tridimensionale scalato e misurabile del carico, peraltro molto realistico, utile allo studio, in laboratorio, del volume e della portata di queste imbarcazioni.
L'Università di Venezia studia carichi di anfore romane nel Tirreno
Tesoro custodito da tre navi romane, la più antica del 4/o secolo a.C.