TUNISI - Arriva a Tunisi "Parole perdute/Lost for words", un progetto nomade (sostenuto dall'Italian Council) il cui focus è sulle parole e le lingue in pericolo di sparizione. Da domani, 16 ottobre fino al 23 a Dar Meso, nella Medina di Tunisi, gli artisti Silvia Maglioni & Graeme Thomson apriranno una "Clinica delle parole", invitando i partecipanti a condividere termini e concetti che si sono perduti o che necessitano di cura, attenzione e memoria collettiva.
"Tutte le lingue sono le benvenute", dicono all'ANSA, spiegando che la forma del progetto muta a seconda del contesto ove viene portato. L'idea a Tunisi è di aprire uno spazio per condividere storie, ricordi e narrazioni intorno alle parole perdute, e immaginare percorsi di cura e scambio tra le culture.
Per questo il progetto prevede la creazione di una "clinica delle parole" in cui tutte le lingue sono ammesse.
"Parole perdute/Lost for words" è un progetto nomade degli artisti internazionali Silvia Maglioni & Graeme Thomson (vincitore del Bando Italian Council XII Edizione). La ricerca parte dal fenomeno dell'estinzione delle lingue e del legame tra parole perdute e forme di vita. Combinando l'approccio partecipativo con la ricerca d'archivio, lo storytelling, la cartografia e il deep listening, il progetto si sofferma su parole e concetti che potrebbero aiutarci a riattivare altre visioni del mondo e ad aprire nuovi orizzonti epistemologici.
Dopo le tappe di Palermo, Parigi, Sierre, Marsiglia, Bilbao e Dakar, il progetto approda nella Medina di Tunisi.
Nella Medina di Tunisi 'Parole perdute / Lost for words'
"La clinica delle parole", di Silvia Maglioni Graeme Thomson